martedì 20 luglio 2004


Il pianto è la prima espressione che abbiamo per far capire agli altri come stiamo e di cosa abbiamo bisogno…poi crescendo sviluppiamo altri linguaggi: quello parlato, quello gestuale, quello degli occhi…
Ma ci sono emozioni, esigenze, paure che scatenano in noi una gran voglia di piangere e non ci si può far niente…poche cose mi bagnano gli occhi come gli occhi di un bambino piccolo che mi guarda o che mi manifesta affetto.
Il pianto è una resa, una difesa, un’arma…il modo che hai per far capire che qualcosa proprio non va…una volta, in Inghilterra, mi sentii male: ero in bici, iniziai a tossire, non riuscivo a smettere (reazione allergica? Non si è mai capito ne’ ripetuto per fortuna)…i miei amici mi prendevano in giro pensando che fosse un segno di stanchezza…in quel momento l’unica cosa che mi è venuta in mente per fargli capire che non stavo giocando è stata piangere. Ha funzionato.
Eppure quando cresci bene o male ti obbligano a non piangere più perché è da piccoli, perché devi diventare un punto di riferimento per altri, perché non sta bene…per tanti stupidi, futili, motivi.
Le lacrime che senti salire ma non versi te le ritrovi condensate dentro e fanno male.
Piango molto, per natura. Ma non mi sento debole. Paradossalmente ho pianto pochissimo nei momenti più brutti della mia vita…con le lacrime non avrei ottenuto pietà (anzi) e avevo superato il confine: ero troppo vinta per provare emozioni.
Lunedì notte ho provato una voglia incredibile di piangere, per sfogarmi, per stare meglio…non ho potuto farlo perché Ale aveva bisogno di me come riferimento certo e stabile, dovevo mantenere la credibilità di cui lei in quel momento aveva un disperato bisogno. Poi non c’è stato tempo per piangere, ne’ modo.
Ora mi sento proprio piena, sento che sto per traboccare, che non ce la faccio più. Vorrei scappare perché piangere in pubblico significa dover dare spiegazioni e francamente non voglio darne. Il pianto è troppo istintivo. Vorrei poter piangere come fa Ale: senza fornire motivi…non riconosco un motivo specifico per la mia voglia di piangere…paura, tristezza, stress, stanchezza, sonno, frustrazione…tutti stati d’animo non isolabili e riconoscibili come tali…
Non voglio consolazioni, non voglio bugie, non voglio speranze o illusioni…
Cosa darei oggi per un paio di braccia mute che mi stringessero e, semplicemente, mi facessero sfogare un po’…










6 commenti:

  1. Da oggi non passerò più da questo blog.
    Risvegli troppe voci e troppi ricordi in me.

    *un abbraccio* virtuale e sconosciuto...ma di vero cuore.

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  2. Da oggi non passerò più da questo blog.
    Risvegli troppe voci e troppi ricordi in me.

    *un abbraccio* virtuale e sconosciuto...ma di vero cuore.

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  3. Non credo che piangere sia segno di fragilità e debolezza,come ritengono molti.Credo invece che sia necessario molte volte,soprattutto per chi non riesce o non può per vari motivi sfogarsi a parole o contare su persone che gli stiano vicine.Credo inoltre che piangere insieme a qualcuno sia la massima espressione di intimità.
    Non serve a molto ma ti invio un abbraccio virtuale!

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  4. Non credo che piangere sia segno di fragilità e debolezza,come ritengono molti.Credo invece che sia necessario molte volte,soprattutto per chi non riesce o non può per vari motivi sfogarsi a parole o contare su persone che gli stiano vicine.Credo inoltre che piangere insieme a qualcuno sia la massima espressione di intimità.
    Non serve a molto ma ti invio un abbraccio virtuale!

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  5. ciccia, con me apri una porta aperta!
    io odio la mia incapacità di NON saper piabgere. E' il mio unico modo per buttare fuori l'ansia, la trstezza, il dolore...e mi fa sentire debole.non è bello non riuscire a controllarsi.
    ..
    senti però mica è giusto, tu hai un blog da meno tempo di me e c'hai più lettori..buuu!!!sarà che scrivo da schifo e che nun me impegno mancounpò?
    un bacione

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  6. ciccia, con me apri una porta aperta!
    io odio la mia incapacità di NON saper piabgere. E' il mio unico modo per buttare fuori l'ansia, la trstezza, il dolore...e mi fa sentire debole.non è bello non riuscire a controllarsi.
    ..
    senti però mica è giusto, tu hai un blog da meno tempo di me e c'hai più lettori..buuu!!!sarà che scrivo da schifo e che nun me impegno mancounpò?
    un bacione

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