giovedì 31 marzo 2005

BREVI DALLA TANA

avere i propri genitori ospiti a casa propria è un evento particolare. specie se è la prima volta che accade. ma abbiamo superato anche questa. sono stati tre giorni densi per non farli annoiare, fargli vedere luoghi carini, farli sentire a casa propria, fargli venire la voglia di tornare. devo dire che l'organizzazione messa in atto dall'allegra famigliola (io e Tiziano) ha funzionato: i pasti sono stati puntuali e apprezzati. e mia mamma ha pure detto: devo farvi i complimenti, siete organizzati benissimo. la casa pulita a specchio, la cucina in ordine, la tana in versione pasquale (quella reale, quella virtuale state freschi ad aspettare!).

per il resto la vita pare smentirmi continuamente, fortunatamente in modo piacevole ^^. a studio è entrata una ristrutturazione circa 20 gg fa. non avendo partecipato al colloquio né al rilievo ne ho dedotto che non mi riguardasse, ma poi ho chiesto se potevo partecipare alla progettazione, anche solo guardando. lui ha detto: vediamola subito. ne abbiamo parlato poi mi ha detto: vedila tu. *__*. vabbè, contentissima, ma nulla di eclatantemente nuovo. la novità è che ieri sera sono venuti i clienti, sono stata invitata a partecipare, è stato presentato come progetto mio, l'arch. ha detto che ne era molto contento, ho parlato da progettista, spiegando il perchè delle proposte, la loro realizzabilità, convincendo. insomma ho fatto l'architetto. e mi rendo conto di quanto mi piace questo mestiere e di quanto sia bello quando una persona ti dice: mi piace la tua proposta, rende più interessante casa mia. sono a un-metro-da-terra, se qualcuno sa come farmi scendere per favore se lo tenga gentilmente per sé.

un gatto, Gigi, sembra averci adottato. in realtà è il gatto dei nostri vicini ma mi aspetta sul muretto quando torno la sera e si precipita davanti alla porta. poi entra, sta un po' con noi, mangia, si fa coccolare, approfitta del piumone della camera degli ospiti, poi ritorna a casa sua. ci ha preso per la casa delle vacanze, vero?

vedere gli episodi di Cortili fa quasi male al cuore nel ricordare il nostro akindo, che ora è sempre akindo ma un po' monco. mi ricordo i nostri mercatini, i biglietti da visita, le etichette, la gioia e la condivisione di quella esperienza. gioia che era andata deteriorandosi probabilmente a causa di problemi tra me e lei. negli ultimi tempi c'era più l'interesse commerciale. lo spirito iniziale era un altro. spero di ritrovarlo e, perchè no, anche insieme a lei. akindo will come back soon.

domani questo blog scenderà a RM per andare a comprare un vestito per il matrimonio del nostro amico a fine aprile. starò giù fino a domenica pomeriggio. approfittatene, popolo romano. probabilmente avrò con me il portatile, se così non fosse buon fine settimana e buona vita a tutti!

martedì 29 marzo 2005



LA SPOSA
BAMBINA

, I BAMBINI INNAMORATI, RICORDI E PROGETTI


sabato, nella cornice di un prefestivo nebbioso e piovoso, si sono sposate due persone che conosciamo. In realtà si sono sposate tre persone, la sposa è incinta. La guardo e mi chiedo con quale maturità crescerà questo figlio, con quale maturità porterà avanti un cammino che a me pare difficile alla mia età, figuriamoci alla sua. La guardo, carina e imbarazzata, nei suoi 16 anni compiuti da poco, nel suo vestito tutto-tranne-che-da-sposa e rivedo i miei 16 anni e quella ragazzina cui dissero “lei è incinta di 6 settimane”, quella ragazzina che aveva fatto un passo grande e si sentì persa. E mi chiedo che ne sarebbe stato della mia vita se quella cosa che stava crescendo dentro di me fosse stata un bambino e non una ciste. Non sarei un architetto abilitato, non vivrei qui, sarei sposata da 13 anni. E con ogni probabilità non sarei stata felice. C’è un età per ogni cosa. E non per convenzione sociale, solo per maturità. E due persone che, per sbaglio o per ingenuità, si scoprono tre ma non hanno né la maturità di coppia né quella personale per crescere e crescerlo non dureranno molto, non ci si sposa per recuperare. Per un figlio il matrimonio dei genitori è ininfluente. E vedo questi due che si accingono ad iniziare un percorso duro, che hanno deciso di sposarsi con la facilità del “non c’è alternativa”, senza esperienza di vita in comune, con dieci anni di differenza, stando insieme da neanche nove mesi. Questo pensavo guardandoli salire delle scale un cui analogo salirò tra circa un anno. E pensavo a quella creatura di cinque mesi ignara che ha preso parte all’evento, anzi l’ha causato, suo malgrado. E pensavo alle notti da sola che sono dure per me che ho quasi trent’anni, al non sapere dov’è, allo sposare un mestiere e una vita particolari, alla maturità che ci vuole per accettare di doversela cavare per forza da sole in molti frangenti. E guardavo la mamma della sposa che ha cinque-anni-cinque più di me e tra quattro mesi sarà nonna. Troppe generazioni hanno assistito a questo matrimonio. Troppe, perché sia un evento sano. Troppi occhi senza obiettivi, troppa gente con poca sete di futuro, per cui un figlio è il modo per affermare se stessi e andare via da casa. M’è calata una tristezza perfettamente consona al clima. Mentre lanciavo il riso mi sono chiesta cosa e chi stavamo festeggiando, perché eravamo lì…gli sposi non avevano la felicità tipica di chi è lì per scelta sua, di chi sta festeggiando. M’è sembrata una recita. I soli consci dell’evento mi sono sembrati i genitori della coppia.
poi mi sono girata e ho visto due bambini. Due bambini che non si erano mai visti prima. Si sono guardati e nei loro cinque-anni-in-due si sono piaciuti subito. E si sono dati un bacino di felicità, di conoscenza, di amicizia. Un bacino sulla bocca senza la malizia dei grandi, nelle facili e banali battute del mondo a contorno. Quei bambini sono stati l’unica nota colorata di una giornata in bianco e nero. Un sentimento puro, senza convenzioni, aspettative. Un sentimento che fa sì che due esseri si piacciano e si prendano per mano. Segni che poi da grandi preluderanno a tante altre cose, segni che fanno dell’uomo un animale sociale. E nei loro occhi c’era una felicità nel guardare l’altro che stonava con il resto dell’umanità presente a quella recita. Innamorati della vita. Bellissimi. Puri. Primordiali nell’uso dei gesti per comunicare amicizia e disponibilità a giocare.
ecco questo è quello che voglio nella mia vita. Voglio che una mano presa, un bacio, un abbraccio non siamo mai gesti banali, che mantengano un significato puro, che siano mezzi di espressione di sentimenti. Perché in un mondo di sms, tvb e similari, non c’è nulla che esprima un sentimento come un gesto istintivo.
e mi sono anche imposta di salire quelle scale con la precisa consapevolezza del passo che sto andando a compiere. E di dare a mio figlio, quando ci sarà, una famiglia, non un padre.

giovedì 24 marzo 2005

STUDIO A

- 9 ore e mezza di lavoro quotidiano (vita: -10);
- possibilità di progettare piccole e/o grandi cose (professionalità: + 10);
- autonomia decisionale e gestionale del progetto e della presentazione (ego: +10)
- stipendio a ore (soldi: -10)
- richiesta di permessi e sopportazione di sguardi-di-colpevolezza in caso di necessità giorni di ferie, peraltro non pagati (stress :+10, rispetto personale : -10);
- possibilità di mandare fax, stampare etc solo dopo aver chiesto permesso e sempre accompagnato da sguardo "se-proprio-non-puoi-farne-a-meno", scaricare assolutamente no (libertà personale: -10)

STUDIO B

- 6 ore e mezza di lavoro quotidiano, con pausa pranzo dalle 12:30 alle 16:00 (vita:+10);
- impossibilità di progettare liberamente, l'architetto è lui (professionalità: -10);
- parziale autonomia nella scelta della presentazione del progetto (ego: -10);
- ringraziamento, ogni sera, per il lavoro svolto (rispetto personale: +10);
- stipendio, non alto, fisso (soldi: 0)
- nessun problema per giorni di ferie o malattia, a meno che lo studio sia in un momento di pieno di lavoro (stress: -10, rispetto personale: +10)
- possibilità di scaricare, masterizzare, stampare, etc. gratis (libertà personale: + 10)


ALLORA:
lo studio A è quello che ho lasciato giù, lo studio B è quello dove lavoro adesso.
in pratica nello studio A venivo trattata da architetto, mi  veniva richiesto di metterci del mio, di ingegnarmi, di far vedere costantemente quello che ero in grado di fare, ma non ero trattata da persona, coi suoi ritmi, i suoi problemi, le sue necessità (e con me le mie colleghe). mi sentivo un po' sfruttata, in verità.
nello studio B vengo trattata da persona, che io sia un architetto è un valore aggiunto. ma l'architetto è lui, io sono una semplice disegnatrice. la mia libertà progettuale non viene osteggiata apertamente ma è mal sopportata. ogni cosa che io so fare (come il 3d e il fotoritocco, per esempio) sono fonte di disappunto per chi, come lui, non è in grado di farlo. non mi sono vietate espressioni personali ma non mi viene data la minima soddisfazione. dal punto di vista personale invece mi sento tranquilla e coccolata, nessuno guarda l'orologio quando entro o esco, vuol dir tanto. le quasi quattro ore di pausa pranzo mi permettono di fare la spesa, mangiare con calma, sistemare la casa, leggere, stare con Tiziano (quando c'è), insoma mi permettonon di godermi casa mia e il mio uomo. l'impostazione dello studio mi permetterà, probabilmente, di lavorare anche con un figlio, quando sarà. altri lavori non vengono osteggiati, anzi l'arch. è disponibilissimo a insegnare, spiegare, vedere, risolvere. il problema è averli, altri lavori.
Chiaramente per chi ha fatto per un anno e mezzo l'architetto è un po' frustrante fare il disegnatore. oddio, sto imparando anche qui, non è un lavoro inutile, diciamo che imparo per interposta persona, come dire. lasciare questo lavoro sarebbe una follia, peraltro. prima di trovarlo, ho girato tutti, e dico tutti, gli studi di Follonica e tutti mi ha detto picche. di farmi 40 km per andare a lavorare a Grosseto non se ne parla minimamente e il mio stipendio serve, non ci sono santi, non posso non lavorare.
ma sento la voglia di esprimermi. visto che con l'architettura è difficile dovrei ridarmi all'artigianato nel tempo libero?

lunedì 21 marzo 2005

prometto solennemente che non andrò a votare per le regionali, o per lo meno se avevo qualche dubbio su chi votare, ora non l'ho più. sono incazzata come un picchio.
mi chiedo quale perversa vocina interna mi abbia fatto vedere oggi la tribuna politica di rifondazione. noi bravi, noi per la giustizia sociale, perchè ci sono tantissimi anziani che campano con due lire e pesano sulla famiglia, ma noi, noi bravi, noi tasseremo i ricchi....
insomma 'sti robin hood dei poveri hanno la geniale pensata di togliere ai ricchi per dare ai poveri. idea nuova, devo dire. non sbagliata di per sè, intendiamoci. senonchè mi fanno schifo le persone che esprimono delle idee rivoluzionarie e la rivoluzione la fanno col cachemirino che vale tre-stipendi-tre dei miei. mi fanno schifo le persone che esprimono delle idee che chiaramente incontreranno l'appoggio delle masse, idee di pace, di giustizia e di equità sociale, idee che possono permettersi di esprimere perchè contano come il due di coppe quando regna bastoni, idee, come quella del non-invio o del ritiro delle truppe, che di per sè sono giustissime ma che cozzano un cicinnino con la situazione politica mondiale attuale.
ma questo, voglio dire, potrei anche mandarlo giù...
mi fa profondamente schifo chi mi parla del problema sociale dei pensionati che gravano sulle famiglie e che percepiscono pensioni ridicole. non che io ce l'abbia coi pensionati, anzi. anzi penso che ci sia un reale problema sociale. ma penso anche, anzi lo tocco con mano, che ci sia un problema sociale ben più vasto e più grave. vogliamo parlare dei diversamente abili, per favore?, sono buona e parliamo solo di quelli invalidi, non fisici, al 100%. allora? cosa intendete fare? sono pensionati di serie B perchè non avendo mai versato un contributo gravano sullo stato? ma vogliamo fare un bilancio? un diversamente abile con problemi mentali, e sono tanti, grava sulla famiglia dalla nascita, non in vecchiaia. e percepisce una pensione ridicola, neanche 700€ al mese e ci si deve campare in due: o lui/lei e qualcuno che sta con lui/lei (perchè un ritardato mentale non può essere lasciato solo), o lui/lei e la mamma, il papà, la sorella, il fratello che devono rinunciare a lavorare per stare con lui/lei (per i motivi di cui sopra). allora? allora perchè il mondo politico, soprattutto a sinistra, si riempie la bocca e si fa propaganda facendosi promotore di battaglie sociali a favore di categorie meno fortunate quando ce ne sono di ben più sfortunate e dimenticate? vorrei far loro presente che un anziano è in grado, volendo, di fare piccoli lavori...un diversamente abile con problemi mentali non lavorerà mai. allora come mai questa, vasta, categoria di persone non viene non solo rappresentata ma tutelata dai nostri politici? perchè pensionati, poveri, immigrati sì? semplice: possono, o potrebbero, votare. che schifo.

mercoledì 16 marzo 2005

come al solito scendere si è rivelata una ammazzata mostruosa...già il fatto che siamo partiti alle dieci di sera, subito dopo che io sono uscita dalla piscina, dovrebbe dare l'idea delle condizioni in cui siamo arrivati a casa dei miei alle una del mattino. per motivi di forza maggiore (in campagna pare ci fosse un fu-uccello-ora-cadavere disperso in casa) s'è dovuto dormire dai miei. è stato strano e carino allo stesso tempo vedere la casa dove ho passato gli ultimi 14 anni da un'altra prospettiva. mi sono sentita un po' in colpa a trattare la mia ex-casa come un albergo ma non avevo alternative, purtroppo.

il controllo è andato bene...mi sono presentata strisciando e con la coda tra le gambe anticipando che questo mese era andata male, che avevo avuto uno sballo mostruoso del ciclo, che iniziavo a sentire il bisogno di dolci, che essendo freschi conviventi c'è la voglia di prepararsi pranzetti e dolcetti, che riceviamo vari inviti o ospitiamo noi, che quando torniamo giù i nostri ammazzano il vitello grasso...insomma tutte cose vere, per carità, ma che puzzavano di scusa lontano un miglio. mi faccio coraggio, mi spoglio e salgo sulla bilancia già pronta all'urlo disumano...che non c'è stato... anzi lei mi fa: è andata benissimo O__O
in pratica: ho perso  circa mezzo chilo a conti fatti ma: ho preso un  chilo tondo tondo di acqua (lo immaginavo, ero a metà ciclo), ho perso tipo due chili di grasso (wowwwwwwwww) e ho preso quattro-etti-quattro di massa magra. la dietologa aveva le lacrime agli occhi, io ero e sono tuttora incredula.

la fra negli ultimi facciamo quattordici anni non si è specchiata o se l'ha fatto è stato per vedere come le stava un capo, non certo per vedere se stessa. a casa la tana non ci sono specchi. non per scelta, intendiamoci...è solo che non abbiamo ancora raggiunto l'assetto compiuto della nostra camera da letto. tutto qui, nessuna spiegazione paranoica o psicoanalitica. solo che, di fatto, gli specchi non ci sono. non sono abituata a vedermi. nel bagno dello studio dove lavoro non c'è lo specchio. perciò l'esperienza di guardarmi mi è nuova, in qualche modo. mi è capitato di farlo nel bagno del centro obesità e mi sono scoperta magra, con le curve abbondanti sì ma ben disegnate. sono uscita e ho detto a Tiziano "ma allora io sono piccola di costituzione..." e lui "beh, pare di si"...ma come: anni e anni di diete e di dietologi, endocrinologi e chi più ne ha più ne metta e tutti a dirmi lei ha una costituzione robusta, lei ha le ossa grandi...e ora si scopre che sono assolutamente normale?

la festa per Ale è andata bene, il dolce era buonissimo (di nuovo charlotte alla vaniglia, ma stavolta decisamente migliore, con copertura al cioccolato e panna), s'è parlato di politica e mi rendo sempre più conto che non me ne può fregare di meno, che forse scenderò dopo pasqua ma non per votare, che non guardo telegiornali da quando sono qui, forse per non inquinare la mia felicità. ora come ora sono felice e sto prendendo consapevolezza, passato il momento dell'entusiasmo cieco iniziale, di cosa significa dividere la quotidianità con un'altra persona, ci sono angoli da smussare e posizioni da addolcire, ci sono momenti da godere e scoperte da dividere, il mondo esterno può anche rimanere fuori e prima di entrare pulirsi i piedi, grazie.

la voglia di scendere c'è comunque ogni volta di meno. sempre di corsa, sempre a cercare di vedere mille persone per finire a vederne tre, sempre le solite discussioni, sempre le solite ferite...la QFS che sa benissimo, incautamente gliene parlai io secoli fa quando eravamo amiche, quanto l'escludermi dalle sue conoscenze da parte di suo figlio (cfr due post sotto) sia per me fonte di grande sofferenza, e che a tavola, pur avendo occasioni per parlare con lui vis-a-vis, se ne esce con frasi che fanno intendere che lei non solo conosce ma che ha anche avuto occasione di conoscere particolari della vita di persone di cui io a malapena so il nome. poi dice hai mal di fegato. ma chissà perchè...

martedì 8 marzo 2005

il mio uomo ha un grande difetto, non mi coinvolge.
non mi coinvolge in quello che fa, coi suoi amici, con le persone con cui lavora... non che lo lascerei mai per questo...però fa male. se anche io fossi una persona fatta così, come dire, a comparti stagni, beh, allora amen...ma io sono esattemente l'opposto. se una cosa prende un lato della mia vita la prende tutta e le persone cui voglio bene ne saranno messe a conoscenza in tempo zero. una sola volta non è successo, con Specchio, ed è stato massacrante. perchè io credevo di poterne parlare, chiaramente non con il mondo, solo con le due persone oltre Tiziano che a quel tempo per me erano le più importanti. mi sbagliavo e ho ferito. perchè c'è chi ama la segretezza, le divisioni. tu fai parte di questa sfera ma non di quest'altra. il lavoro è una cosa, la famiglia è un' altra, l'amore un'altra ancora, se queste ultime due cose non coincidono.
per me no. e mi ferisce in maniera incredibile che chi amo si comporti così.
in questi quasi 13 anni io non ho conosciuto compagni di scuola superiore, colleghi universitari, persone con cui si è fatto un corso...alcuni, selezionati, colleghi li ho conosciuti quando hanno smesso di essere tali, ovvero quando Tiziano è stato trasferito qui. ma soprattutto non conosciuto amici, ovvero li conosco sì, ma veramente poco. questa cosa mi fa sentire zoppa, come se mi mancasse qualcosa...paura? sì. paura un giorno di ritrovarmi come la protagonista de "le fate ignoranti" a scoprire e fare i conti con una realtà fatta diversa, con un compagno che con te è una persona e con gli altri un'altra. è normale sia così, è così per tutti, anche per me. ma io mostro a Tiziano quello che sono anche al di fuori della nostra storia. fa parte del pacchetto completo che credo si debba dare alle persone che ami.
io sento che mi sono persa e mi sto perdendo molte cose di lui, cose che magari che non mi piacerebbero ma che sono parte di lui. da quando stiamo insieme lui ha conosciuto tutta, o quasi: siamo troppi, la mia famiglia, tutti i miei amici, i compagni del liceo, le persone con cui sono stata in inghilterra, gli scout, i colleghi universitari, il coro vecchio, il coro nuovo, le colleghe. se non ha conosciuto qualcuno è stato per mancanza di tempo ed opportunità, certamente non per mia scelta. ho sempre cercato di fare in modo che i miei amici diventassero anche i suoi, che si creasse comunque un rapporto che facesse sì che potessimo dividere lo stesso tavolo ad una cena, che si potesse parlare liberamente. è chiaro che coi miei amici io abbia un rapporto più profondo e che la confidenza e l'amicizia vera non passano per gli stessi binari su cui passa il loro rapporto con la persona che amo. è bello però che ogni tanto, a qualche stazione, questi binari si incrocino e ci sia uno scambio.
io mi ritrovo a questo punto ad essere strato di una torta di cui volevo essere ingrediente, e io le torte a strati, metaforicamente come nella realtà, le odio.

lunedì 7 marzo 2005

 venerdì ho il controllo...e non sono calata una ceppa, questo mese...certo, forse se smettessi di sfornare dolci, biscotti e cose affini qualche chance potrei anche averla... ma in una settimana ho fatto: un ciambellone, coi resti del quale è stato improvvisato uno zuccotto alla crema, e i biscotti...
signori della giuria è forse colpa mia se, oltre a questo, sabato sera le persone che dovevano venire a mangiare una pizza e poi il dolce a casa nostra ci hanno dato buca e ci siamo ritrovati con una charlotte alla vaniglia? ma se invece di fare l'architetto mi dessi al catering, tipo organizzare e cucinare per le persone pranzi e cene "importanti"? inizio a pensarci seriamente, accorrete numerosi.
in tutto questo non ho visto la serata finale di Sanremo e non mi è mancata, a dire la verità...ero impegnata in una mega partitona di trivial con nuovi amici (si perdono calorie giocando a trivial? no?!? neanche se ti impegni? ah, no, vabbè). peccato per il momento pucci pucci tra il vincitore e compagna, la mia parte romantica lo avrebbe apprezzato.
ieri pomeriggio film abbracciati sul divano, 21 grammi. devo dire che è un film da guardare abbracciati a qualcuno perchè altrimenti è troppo pesante da reggere. anche se poi ti giri, guardi la persona che ami e non puoi fare a meno di pensare che anche lui potrebbe un giorno uscire da casa e potresti non rivederlo più. è triste ma alla fine relistico. senza angosciarsi bisogna solo godersi ogni istante.

giovedì 3 marzo 2005

 NOTE SANREMESI

- c'è qualcosa che mi sfugge: la prima volta che Paola e Chiara danno ragione del fatto di essere due le eliminano al primo colpo
- prendete "tu" e "ti amo", mischiatele aggiungendo qualche accordo strano...fffffffffffatto? avrete ottenuto la nuova canzone di Tozzi
- la Divina porta una canzone molto bella ma stranamente cantabile e orecchiabile (ti prego almeno tu non ti dare al commerciale)
- la valletta mora fa parte del club amiche di San Giuseppe (quelle che ci è passata la pialla sopra) e parla come se fosse posseduta dallo spirito di paperino...chi l'ha scelta e soprattutto perchè?
- la clerici è passata dal montebianco all'uccellino azzurro, non so chi disegni quei vestiti ma addosso a lei e in questa occasione sembrano prodotti di una mente malata
- posso citare djcoso per danni?
- se la tatangelo imparasse un po' di tecnica vocale invece che strillare come un'aquila forse sarebbe più produttivo. vero è che venderà, è bona
- sulle cariatidi sui classici non mi pronuncio, non li ho sentiti nè li sentirò stasera peraltro
- tra i giovani ci sono voci tecnicamente interessanti
- masini ha portato di meglio, al festival
- d'alessio non lo reggo di default. è roba da carampane
- alexia non si arrende al fatto di essere grandicella. si è visibilmente fatta la plastica, porta una frangettona per coprire le mollette che le tengono la pelle innaturalmente tesa ed è vestita da quattordicenne cretina. poi a me la musica dance fa schifo, non ci sono mezze misure
- perchè cercare il lato buono anche in uno stupratore violento? se ce l'ha, a me, francamente, non interessa nulla.

[edit del 4 marzo]
- la nuova cantante dei matia è una voce strappata all'agricoltura. strilla, non canta, e non ha la  minima raffinatezza e si sente mina (di cui imita in maniera indecorosa la mimica e il trucco). per chiunque ricordi i gloriosi Matia è un affronto.
- nickiqualcosa se la tira in maniera paurosa, ma è brava.
- marcella n'se pò sentì, qualcuno le ha detto che gli anni 80 sono finiti?
- il califfo non m'ha detto nulla e infatti.
- ieri sera la clerici era più sobria, disposizioni dall'alto? ha fatto la muta?
- non è che faranno vincere la minetti un'altra volta solo perchè non ci vede? è bastata una volta, no?

martedì 1 marzo 2005

DORMIRE DA PIEDI

Dalle mie (vecchie) parti si dice così dell'ignorare situazioni che appaiono evidenti anche alla mattonella del bagno. Ieri sera sono stata al telefono con un amico, un carissimo amico, e parlando gli ho detto che giovedì inizio acquagym (ah, già, giovedì inizio acquagym...applausi, grazie) e lui mi ha detto che bello, sono contentissimo, con tutti i complessi che hai sempre avuto sul metterti in costume...
vero, verissimo...ma non lo sai che i complessi me li hai fatti venire tu? che prima di conoscerti, all'alba dei miei 19 anni francamente me ne sbattevo allegramente di uscire senza borsa e scarpe coordinate, tanto per fare un esempio?

facciamo un rapido sunto della situazione: io e questo mio amico ci conosciamo da quasi 10 anni (argghh) e in questi 10 anni l'ho visto rimanere affascinato, nell'ordine, da:
- mia amica giappo. Persona squisita con una classe assolutamente fuori dal comune. secondo me Lady Diana le telefonava per informarsi sul trend del momento prima di andare ad un ricevimento. Alta un cicinnino più di me, con una taglia 36 e un pto vita che lo stringevo tranquillamente tra due mani. viste vicine io e lei sembravamo il maiuscolo del primo pronome personale: IO.
- La Xxxxxxxx, l'ideatrice del sistema xxxxxxxxcentrico: una volta entrato nella sua orbita non potevi fare a meno di gravitarle intorno. a mio parere più falsa di una moneta da 25 lire (si era in lire, ricordo) e con una spocchia mostruosa. una di quelle che va in giro con gli specchietti retrovisori per vedersi anche da dietro.
- Milena. Con tutto il bene che le voglio bisogna ammettere che è dotata di un ego inox e di una presunzione talmente tanta da essere affascinante. Magra, ben fatta. Non teneva molto allo stile ma c'è da dire che è stata lei a scegliere lui, non viceversa.
- La Bambina Dai Capelli Rossi. Simpatica come un calcio in culo, magrissima, con una bella voce che lui definiva assolutamente eccezionale, sembrava che avesse tatuato in fronte "ce l'ho solo io ma me la tengo in una teca". L'hanno letto tutti, tranne lui.
- Moooltopittoresco. (vignetta stupenda, La, è ancora un allegato del quadernino). Ragazza simpaticissima, straniera, alta du' chilometri, affascinante e stilosa un po' meno del suo standard ma anche in quel caso gli era piovuta dal cielo. in quel caso il pronome si scriveva così: Io
- Bocca-di-chiulo. alta, mezza straniera, capello liscio che neanche se prendo la 380 e poi mi abbasso i capelli mi vengono così perfetti. una barbie. Introversa, timida, raffinata anche in un paio di jeans del mercato. il simpatico soprannome le fu dato perchè aveva e ha tuttora la bocca che, chiusa, rimanda un po', un bel po', al culo delle galline.
e queste sono solo le infatuazioni "maggiori". Il resto era fatto di ragazze bellissime-snobbissime-magrissime, spesso con il ph di un limone.
nel mezzo, io: bassa, sciatta, con un peso a tre cifre (mi fece notare, all'apice della simpatia, che ci volevano due Xxxxxxxx e mezzo per fare me. aveva ragione), che mi infilavo la prima cosa che trovavo al buio la mattina prima di andare all'università, che mi pettinavo con le mani, che non mi truccavo quasi mai anche perchè avrei dovuto farlo in treno e la riga con l'eyeliner non è che venga il massimo, che non sapevo neanche che le sopracciglia si depilassero (già le gambe mi pareva una bella schiavitù), che ridevo in maniera sguaiata e mi sedevo da uomo a gambe larghe perchè l'ultima volta che avevo visto una gonna ero piccola, che mi divertivo ad imbarazzare la gente parlando di sesso in modo esplicito, che facevo amicizia praticamente con tutti. Insomma la mia amicizia con lui ha nutrito i miei complessi a pappa reale. mi sono sempre sentita inadeguata, in quegli anni. Da una parte il suo ideale di donna (e non solo per starci insieme, anche come amiche...quelle erano le persone che riteneva interessanti e che si sbatteva per conoscere), il suo definire "speciali" tutte persone che con me potevano avere in comune qualche lettera del nome, dall'altra il suo non chiamarmi per mesi. Non che io abbia mai voluto far colpo su di lui, solo che lui era la persona con cui passavo circa i 6/7 della mia vita feriale perciò era normale che le sue opinioni contassero. Tuttora mi chiedo come abbiamo fatto a essere e rimanere amici in tutto questo tempo...
nel frattempo ho imparato a pensare con la mia testa e a camminare con le mie gambe. Io e lui siamo rimasti amici. anzi Amici. ora so che se non mi chiamava era solo perchè è fatto così, so che non devo sentirmi inferiore a nessuno, so che ognuna di quelle meteore è sparita e se lui vuole parlare, ha un problema, o semplicemente vuole dividere la sua felicità con qualcuno...beh, chiama me. e che parlando di me, all'epoca, mi descriveva "eccezionale", e lo so dalla bocca di una persona che non mi conosceva e tuttora mi conosce molto poco.
però che lui parli dei miei complessi, francamente, mi fa un po' sorridere...