mercoledì 11 giugno 2008

LA LEGGE DI MURPHY...


A me me fa 'na semplice, capirete il francese.
Ieri sono scesa a Roma e risalita in giornata perché dovevo andare dal dentista. Sul perché mi sia fatta 500 km di treno in un giorno solo per andare dal dentista è presto detto: solo due persone possono entrarmi in bocca, l'altra è Tiz ;-). Dentista che si è limitato a mettermi due provvisori su cui tra due settimane monterà le caspule definitive. Andando avvertivo un leggero doloretto ad un altro dente, mentre sto sulla poltrona glielo comunico lui ci dà un'occhiata veloce veloce ma è poco più che un fastidio mi dice tanto martedì prossimo torni e al limite lo guardiamo meglio.
Bene.
Ma ci credete che appena tornata a casa (badate bene: non sulla metro, non mangiando, non in tre ore di treno, appena varcata la soglia di casa!) il dente ha iniziato a far male? ma male serio? visti dolori ed esperienze pregresse potrebbe essere un ascesso o una pulpite, il doc sentito al telefono m'ha detto prendi l'antibiotico e ci vediamo cmq martedì...
Ecco. Considerando che non posso prendere antiinfiammatori e quindi l'unico antidolorifico è la tachipirina, penso che sarà una luuuuuuuuuuunghissima settimana.
Sob.

domenica 1 giugno 2008

Una delle prime decisioni della fra back in action è stata quella di guardare nel suo cuore. Senza rancori, senza ripicche, senza se, senza ma. E, come da anni ormai, c’ha trovato, tra le tante, una persona. Lei. E la fra s’è scoperta a pensare a quanto le voglia bene. E a quanto, in questo suo percorso, in questo attuale momento, vorrebbe averla vicina.

E la fra s’è resa conto che quando si ama, quando si vuol bene, non si può, non si deve, mettere le croci sui calendari, non si può sempre pensare a ciò che quella persona non ci ha dato, che l’unico modo per valutare un rapporto è vedere quanto quella persona ci ha dato. Che non è importante quante volte, che non è importante dove…che la cosa importante è che quelle volte siano state il frutto di una scelta fatta col cuore.

Che poi magari lo scazzo per certi comportamenti ci sarà, continuerà ad esserci, ma l’importante è capire che, al di là di tutto, a quella persona tu vuoi bene. E il suo volerti bene e il tuo volerle bene ti arricchiscono ancora.

E ti rendi conto di quanto il tuo atteggiamento sia deleterio, di quanto il tuo volere le persone che ami sempre empaticamente vicine sia sintomo di un banale, stupidissimo, enorme miscuglio di insicurezza ed egocentrismo. Di quanto tu abbia bisogno che le persone si mettano in discussione per te perché così facendo demandi a loro il compito di farti sentire speciale.

Di quanto quelle persone abbiano comunque fatto parte della tua vita, di quanto l’abbiano cambiata, migliorata, anche. Di quanto di loro c’è nel tuo essere te stessa ora, in questo momento. E di fronte a questo le cose che ti hanno fatto male, le assenze o i ritardi, si sciolgono come neve al sole.

Così sono andata io, perché avevo tanta voglia di vederla, di parlarle, di coinvolgerla in quella che sono ora, in quella che voglio tornare ad essere. Avevo voglia di farla entrare dove non era mai entrata anche un po’ per colpa mia…perché, come sempre, sono stata molto arroccata sulle posizioni tanto da non capire che se uno non fa non è necessariamente perché non vuole fare…spesso è perché non riesce a farlo.

E a fronte di questo scambio, di questa condivisione, finalmente ho capito tante cose, finalmente mi sento serena. E sono felice, felice di averla vista, felice di averle potuto parlare anche solo per un po’. Felice di non averla persa. Felice perché solo ora ho capito che del graduale processo di allontanamento che aveva investito la nostra storia sono responsabile anche io. Ed è strano, ma è un sollievo. Mi toglie anni di rabbia dal cuore. Mi fa stare bene.

Mi fa sentire che questo primo mattone si incastra a perfezione. E, in questo momento, davvero, non mi pare poco.