domenica 16 dicembre 2007

SODDISFAZIONI CANORE

La settimana scorsa sono velocemente scesa a Roma con l'enp. Io e lui soli soli core a core. Mio figlio sente la musica in macchina da quando era ancora un cellula in via di espansione quindi nessuna novità se metto un cd. Canto da sempre e nello speifico per lui da quando è nato, quindi la mia voce la conosce, nessuna novità. Però per la prima volta nello stereo c'erano i matia (quelli veri, con la divina) e io ci cantavo appresso. La tonalità è la mia, la canto senza sforzi. Ad un certo punto, tutta gasata parto con l'acuto, mi giro, guardo mio figlio e lui ha fatto una faccia... avete presente quando in sister act 2 il ragazzo fa quell'acuto allucinante e la Goldberg si gira di scatto e lo guarda fiera, stupita, ammirata, rapita? ecco, così.
A Roma ci sarei potuta pure arrivare volando, a quel punto.

sabato 15 dicembre 2007

COSE CHE CAPITANO...

Test:
Siete in macchina, tranquillamente, una sera, dopo il tramonto, direzione Sboronia. Succede che:
a. un pazzo isterico con moglie evidentemente frigida decide che non può aspettare quei diciamo tre o quattro secondi che servono a voi per finire di immettervi all'incrocio: vi sorpassa, allegramente, alla grande in pieno incrocio
b. una pazza con istinti suicidi decide che il modo migliore per finire la propria, passatemi l'inutile, vita sia quello spiaccicata sotto le ruote della vostra adorata 313. Completamente presa dal piano suicida decide infatti di attraversare in un tratto completamente privo di illuminazione di una strada ad alto scorrimento, naturalmente completamente vestita di nero.
c. un idota ciclista di merda (poi dice che uno non li tira sotto e via) pensa bene di tagliarvi la strada, senza fari, subito dopo un sottopasso carrabile
Se le risposte sono sia a che b che c allora siete la Fra, altrimenti siete mooolto più fortunati di lei

...MAREMMA MAIALA!

Ripresasi a fatica dallo shoc di cui sopra, qualche giorno dopo la Fra si reca in piscina. Per recarsi in piscina la Fra deve fare una stradina discretamente dotata di curve, che se non fosse asfaltata la si potrebbe definire "di campagna". La strada in questione è, come TUTTE le strade maremmane totalmente priva di illuminazione (forse i toscani hanno un contenzioso con l'enel, non so). La Fra se la prende comoda, e popopopopo guida pianin pianello la sua fida 313. Ad un certo punto, dietro ad una curva, i fari della fida 313 illuminano qualcosa, o qualcuno, che sta attraversando la strada. Un attimo ed è chiaro che si tratta di un cinghiale. Un cinghialetto, in realtà, di quelli che alla Fra fanno tanta tenerezza e il marito pregusta in umido. La Fra inizia a toccare il pedale del freno. Con calma, quanto vuoi che ci metta un cinghialetto ad attraversare... Nel frattempo la curva è appena finita ed ecco, spuntare dal nulla assoluto delle campagne circostanti, altri cinghialetti. Dodici (DODICI!!!) piccoli, teneri, cinghialetti che a quel punto alla Fra non facevano un cavolo tenerezza anche perché provati a prendere un cinghialetto con la macchina e poi me lo dici se al prossimo referendum arivoti contro la caccia. La Fra a quel punto schiaccia decisamente il pedale del freno e se la 313 ne fosse stata dotata avrebbe pure gettato l'ancora. Nel frattempo sul suo parabrezza veniva trasmesso l'intero film della sua vita. Fortuna ha voluto che non si è arrivati ai titoli di coda perché, frenando disperatamente, con la speranza di non trasformare la sua 313 in una 156.5, la Fra riesce infatti a fermarsi a 20 cm dall'allegra brigata di cinghialetti che, spaventatissimi avevano pure ulteriormente rallentato l'andatura.
Chissà quanto manca al brevetto del teletrasporto...

mercoledì 5 dicembre 2007

30 NOVEMBRE 1989


Era un pomeriggio freddino niente male, buio, quando l'inverno era ancora inverno e dovevi uscire coperto come un esquimese. 18 giorni prima un ragazzino e una ragazzina, tredicenni entrambi, s'erano conosciuti e piaciuti e s'erano "messi insieme". Il che aveva comportato qualche casto bacetto sulle labbra, il prendersi per mano e l'aspettarsi a scuola. Niente di più. Quel giorno, quel pomeriggio, la classe della ragazzina sarebbe andata a teatro, Pirandello, "così è se vi pare". Il ragazzino, per stare insieme a lei decise che sarebbe andato anche lui, chiedendo permessi speciali, immagino.
Il ragazzino e la ragazzina quel pomeriggio litigarono per futili motivi, futilissimi. Sull'autobus del ritorno fecero pace, vicini vicini. Si giocava a quel gioco stupido e tremendamente eccitante chiamato "obbligo o verità". Un turno, un obbligo, un bacio. E la sorpresa, l'emozione, la gioia, il pudore di un bacio che li ha fatti grandi e li ha resi complici per la prima volta. Un bacio nel contorno di un autobus pieno, coi compagni a sgnignazzare, con una prof di italiano che si avvicinava. Un bacio di respiri sincroni, di cuore che batte veloce per la prima volta e non sai perché, un bacio umido, caldo, il loro primo bacio.

La nostra storia è diventata maggiorenne, auguri amore.

ROBE STRANE


Più per curiosità che per altro sono incappata l'altro giorno nei report di frequenza di questo blog.
ce ne sono alcuni che meritano di essere tramandati ai posteri.
tra il serio e il faceto:
- a sei mesi sorride sempre. bello, figo, fighissimo...e invece di goderti quei sorrisi vieni a cercarlo su google?
- anelli histoire d'O. allora: se per anelli intendi quelli con cui O veniva legata, credo siano banalissimi anelli di ferro. se, come penso, intendi l'anello di Roissy purtroppo non posso aiutarti, anzi se lo trovi fammi un fischio ché è una vita che lo cerco...
- centro massaggi erotici slovenia. la slovenia caro mio ha tante di quelle cose belline da vedere che rinchiudersi in centro massaggi erotici mi pare quantomeno squallido
- colore tappo mucoso. mapperfavore...ma ti pare che una sblogga una cosa del genere?!?!
- contrazione ogni 5 minuti fra quanto nasce. bella domanda. dalla prima contrazione regolare ogni 5 minuti alla nascita dell'enp a me ci sono volute circa 17 ore, mi auguro che a te/ alla tua compagna ce ne siano volute moooooolte meno ^^
- ho fatto un pompino al mio prof. bene, sti cazzi, direi.
- mangiare sushi durante l'allattamento. io l'ho evitato anche in gravidanza, ma ho deciso che comprando pesce fresco non predatore (quindi NO al tonno) di provenienza italiana quando sarò incinta di nuovo lo mangerò tranquillamente.
- ste cazz de bomboniere. senza parole....ahahahahaahahahaha
- voglio farmi le bomboniere. a prezzi modici te le faccio io ;-))

sabato 17 novembre 2007

RIASSUMENDO

- Il 3 novembre finalmente sono riuscita ad andare al lucca comics: tre anni fa non avevo i soldi, due anni fa lavoravo e il coinquilino pure, l'anno scorso ero incinta...e quest'anno ce l'ho fatta! Ci sono andata esclusivamente per conoscere lui e naturalmente credo di aver beccato il momento di affollamento maggiore...comunque alla fine sono riuscita pure a scambiare due chiacchere e ad emozionarmi (ma sarò scema?) nonché a farmi autografare i primi fumetti comprati per l'enp (mi toccherà ricomprarli per me?) e la stampa di una vignetta splenderrima che presto troneggerà in soggiorno.
- Il 6 novembre i miei nonni avrebbero festeggiato 66 anni di matrimonio. Purtroppo non possono più farlo. A volte la mancanza del mio nonnino mi prende all'improvviso e fa davvero male; avrei voluto che avesse più tempo, avrei voluto ancora i suoi racconti. Ho detto a mia nonna che toccherà a lei parlargli di lui e del suo straordianario vissuto, per non dimenticare.
- Il 15 novembre è arrivata Lucrezia e tutta la famiglia, enp in testa, si è unita e si unisce ancora in un mega abbraccio virtuale a Paolo, Federica e alla nuova arrivata!
- Il 6 novembre il marito s'è tolto una micro-ciste pare sebacea dalla testa (in realtà dal cuoio capelluto ma dire dalla testa fa più e.r.) il che lo ha reso "uomo in casa" per 10 giorni. Qui si è approfittato dell'evento da una parte per riposarsi e dall'altra per fare il giro dei supermercati e organizzarsi la spesa senza dover portare il pargolo al seguito (ché sta buonissimo ma portalo in macchina, convincilo che è proprio necessario debba stare nel seggiolino, scendilo dalla macchina, monta il passeggino, porta la spesa in una sola mano mentra con l'altra guidi il passeggino, paga tenendo tra i denti il bancomat, rimettilo nel seggiolino, chiudi il passeggino e così via per ogni supermercato). Praticamente s'è fatta la maratona del risparmio.
- In preda ad una tardiva "sindrome del nido" sto piano piano sistemando un po' di cose. Chiaramente sempre con i tempi da era geologica che contraddistingono questa tana. Per ora ho iniziato (tra)piantando delle bellissime pansè nelle orride fioriere in cemento di cui è tristemente dotata la nostra casetta (costruttore di merda), domani, tempo permettendo, è previsto il secondo round.
- Abbiamo scoperto di essere strutturalmente totalmente incapaci di uscire da un qualsiasi negozio che venda giochi per bambini senza prima aver comprato qualcosa per l'enp. I clienti perfetti, in pratica. In questa tana s'è deciso che, per ora (quando l'enp sarà più grande e chiederà i giochi per capriccio se lo potrà anche scordare, si sappia), non si porrà limite alla quantità di giochi e stimoli per la creatura. La quale creatura in realtà adora i suoi giocattoli e, già da ora, pare abbia un discreto amore per la musica.
- La creaturiella mangia, come al suo solito, come un tribunale. Da tre settimane s'è iniziata la pappa serale e da circa 7 giorni la suddetta pappa è preparata col brodo di carne; ora nella pappa frulliamo patata, carora, zucchina, porro, sedano e bieta. La settimana prossima sostituiremo il latte a merenda con lo yogurt, introdurremo prosciutto cotto e ricotta e proveremo la prima pastina...ho l'impressione che tra qualche mese l'enp se ne uscirà che vuole un bel piatto di bucatini all'amatriciana, cuore di mamma.
- Mio figlio è strano. Particolare: ama distinguersi. In piscina l'istruttrice chiama i colleghi per farglielo vedere: totalmente rilassato, è capace di addormentarsi in acqua, si muove come un pescetto, va sotto ad occhi aperti...a modo suo nuota a dorso, a stile, a rana e a volte anche a delfino, giuro. Ma fuori dall'acqua non provare a metterlo sulla pancia: due minuti e piange di frustrazione perché non ha ancora capito come muoversi. Analogamente, mentre tutto il resto dei bambini inizia l'avventura del linguaggio ripetendo le sillabe "la" "ma" "da" "pa", l'enp ha deciso che sarebbe stato troppo banale: quindi al "mamaaaa" di quando è disperato (chiaramente non credo chiami me perché sa che sono "mamma", credo piuttosto che abbia capito che in questo modo accorro subito!) ha affiancato ben altri suoni..."chi" "sci" e una strana combinazione dei due. Ho un figlio inquietante, lo so.
- Bimba kira, la figlia pelosa, ci vuole taaaanto bene e anticipando il natale ha iniziato il periodo dei regali. Il daily present di ieri è stato un uccellino e una testa (solo quella) di sorcio. Depositati esattamente davanti alla porta di casa. M'è toccato pure ringraziarla, coccolarla e darle il premio. Sgrunt.
- Mio marito ha sbagliato mestiere. Non che non svolga il suo in maniera eccellente, anzi. Diciamo però che è particolamente portato per la cucina: è curioso, meticoloso e goloso. Se a questo aggiungiamo che lava, stira, rassetta la casa, si occupa del figlio, etc. praticamente se esiste l'uomo perfetto l'ho sposato io. Comunque tornando alla voce cucina, per far mangiare il pesce ad una moglie gastronomicamente viziata e un po' stronzetta, mio marito ha imparato a fare questo:
sushi
Son cose. Straordinariamente buone, a dirla tutta.
- L'enp non è che solamente assomigli al padre, praticamente l'hanno clonato. Praticamente io mi sono limitata ad incubarlo e a trasmettergli qualche caratteristica, tipo la totale mancanza di pazienza, del nonno materno. Splendido. Almeno rispermieremo sull'esame di paternità

venerdì 26 ottobre 2007

sei mesi fa, più o meno, iniziava la nostra vita da genitori operativi: usciti dall'ospedale, dove c'era sempre qualcuno pronto a dispensare consigli (più o meno utili e sensati), qualcuno cui dire "sono stanca, stanotte lo tenete al nido?", iniziava il nostro apprendistato nel ruolo di genitori di un fagottello roseo e tenerissimo ma completamente privo di libretto di istruzioni.
iniziammo l'avventura di orgogliosi neo genitori portando, quello stesso pomeriggio, il pargolo a fare una passeggiata al porto...la giornata era bellissima e calda, ci dicemmo: "perché no?" e ci prendemmo la partaccia di tutti quelli, nonni e bisnonni, che telefonando a casa quel pomeriggio non ci trovarono.
eggià, perché non te lo dicono che con la nascita dell'erede inizia pure il periodo delle partacce, del "ai miei tempi", del "il tuo pediatra è un idiota", del farti notare che sei una mamma imperfetta.
e poi capisci che è vero, che sei una mamma imperfetta. che non riuscirai mai a raggiungere quella perfezione da manuale che ti eri data come fine ultimo della tua esistenza.
fin dal primo istante di vita di tuo figlio, o giù di lì, c'è sempre qualcuno che ti dice cosa devi fare, come farlo, quando e perché...e il bello è che la maggior parte delle volte tu non hai chiesto nulla. e ti trovi a lottare perché vuoi allattare tuo figlio ma hai i capezzoli mezzi rientrati quindi lui si attacca sì (grazie: ha una fame della madonna!) ma dura poco... poi si stacca e rimane frustrato. e tu parti con le paranoie e lui con la fame. finché, da sola, scopri l'esistenza dei paracapezzoli e finalmente riesci ad allattare tuo figlio col tuo latte e poco ti importa se a contatto con la sua bocca non c'è la tua pelle, lo guardi mangiare e poi addormentarsi soddisfatto e scopri una delle innumerevoli sfaccettature della felicità. oppure vieni guardata male perché non lotti e non ti chiudi in casa per tre giorni senza contatti umani per farti tornare il latte che sta andando via... e sta andando via perché sta morendo tuo nonno e dalla sera alla mattina hai deciso di partire per salutarlo e fargli conoscere tuo figlio. e ti guardano male perché hai preferito passare al santo latte artificiale (che avrà sempre un altare in casa nostra) invece che continuare con poppate da un'ora ogni ora e mezza, di fatto preferendo dare a tuo figlio una mamma serena e non isterica piuttosto che il tuo latte.
in questi sei mesi ho fatto i conti con tante cose, con tante mie imperfezioni, con lati del mio essere mamma che chiaramente non potevo immaginare.
adoro mio figlio, quando lo guardo il cuore si riempie e qualsiasi cosa intorno a me può succedere, adoro coccolarlo e non faccio altro che sbaciucchiarmelo tutto.
ma...
ma non lo addormento in braccio cullandolo, non l'ho mai fatto.
non passo la giornata a guardarlo, né a giocare con lui.
mi prendo i miei tempi, cerco di coltivare i miei hobbies e non mi sento in colpa nel farlo.
se ho bisogno di aiuto, lo chiedo, demando, detto (insieme a mio marito, chiaro) le regole ma faccio in modo che anche gli altri le eseguano.
porto mio figlio con me pressocché ovunque, perché è parte della famiglia, della mia famiglia e tale deve sentirsi, fin da piccolissimo.
sono una mamma ferma, talebana, non cedo e non mi lascio convincere che per esempio un bambino debba giocare mentre mangia. se ha fame, mangia. punto.
e quando mi fermo a pensare alle cose scritte sopra per un attimo scattano ancora le paranoie... poi basta vedere mio figlio, constatare che è un bimbo sereno, che viene ovunque, che dorme tranquillamente da solo...allora capisco che sono sì una mamma imperfetta, ma che sono una mamma felicemente imperfetta.
e negli ultimi giorni pensavo che la gestione del fagottino è diventata una cosa automatica, come se nella vita non avessimo fatto altro; che prendersi cura di lui e delle sue esigenze è ormai assulutamente naturale, che ci sia abitua a tutto, tranne ai piccoli progressi e alle novità... come quando tuo figlio ti guarda, sorride, poi apre le braccia. e non sai se hai più voglia di piangere, di ridere o di fermare quel momento per riviverlo all'infinito.

lunedì 15 ottobre 2007

per una serie di simpatici motivi (tipo che ci sono stati problemi con l'assegno di rimborso danni dell'assicurazione ma nel frattempo abbiamo dovuto pagare: lettino PRG, assegno all'avvocato, assicurazione macchina, contributi, affitto e bolletta random) la fra all'inizio di ottobre, e cioè a tipo 10 giorni dalla disponibilità sul conto del suddetto assegno e a tipo quasi 20 giorni dal prossimo stipendio, ha scoperto di avere tipo 90 euro nel conto. attimo di panico. pensiero che altri due soldini da parte per fortuna c'erano e che esiste quella santa cosa chiamata carta di credito, ma nel tempo che il cervello ci ha messo ad elaborare queste informazioni la fra ha sudato parecchio freddo.
Questa cosa ha comunque permesso alla fra di fare alcune esperienze e riflessioni:
1. la pubblicità dell'ikea è geniale e vera. perché la fra, dark depression mode on, s'è recata al liddl e s'è detta: con 30-40 euro dobbiamo camparci una settimana. e, con questa forma mentis, è riuscita a fare una spesa decente, oculata e soprattutto economica. e ha scoperto che il preparato al cioccolato da mettere nel latte (tutto ma il latte bianco no) costa meno, è il doppio ed è buono uguale uguale a quello straconosciuto, ha scoperto che si possono spendere 0,75€ per un litro di latte buonissimo, che i biscotti sono praticamente gli stessi...insomma che tutta una serie di prodotti la fra, da oggi, li compra lì.
2. la fra attualmente non lavora. per scelta: sua e degli altri. la fra non lavora da febbraio ovvero da quando la sua datrice di lavoro le ha detto "per ora la mia mole di lavoro/clienti non mi permette di pagarti lo stipendio, mi spiace". e anche alla fra è spiaciuto, per vari e comprensibili motivi. ora che l'enp è nato la fra si chiede se tornare a lavorare o no. perché la fra avrebbe bisogno di un part-time e di nonni vicini. due condizioni non verificabili. perché la fra non può presentarsi in uno studio e pensare di dettare le regole, dicendo io posso stare solo la mattina...già mi immagino la risposta dell'interlocutore: e sti cazzi? ecco. poi, voglio dire, la fra ci proverà pure ma la fra è abbastanza realista. la fra è così realista che è convinta che anche ottenendo un part-time non svolterebbe la sua situazione economica: ci sarebbe da mettere in conto il nido dell'enp, la benzina per portarcelo e riprenderlo e per andare e tornare dal lavoro. a volte la fra pensa di aver sbagliato tutto, lavorativamente parlando. pensa che sogna un lavoro con orari determinati e fissi, con le ferie, la malattia e la maternità (mio figlio domenica fa 6, sei!, mesi e qui s'è solo avuta notizia che la mia domanda di maternità è stata accettata...). pensa che l'architettura difficilmente potrà darle questo. pensa che vuole un altro figlio e probabilmente lo avrà prima di ricominciare a lavorare. pensa che a livello emozionale, emotivo e via dicendo la sua vita è esattamente come la voleva lei, anzi che non riusciva a immaginare questa felicità da quanta è... ma a livello lavorativo...beh, lasciamo stare.

lunedì 8 ottobre 2007

quando ero incinta facevo acquagym. due volte a settimana, se non tre. e facevo sempre tutti gli esercizi. ma sarà che la geografia del mio corpo cambiava di giorno in giorno, sarà per una forma di autoprotezione che il mio corpo stesso attuava nei confronti dell'enp in progress...gli addominali non li sentivo più. facevo gli esercizi e nella realtà li usavo regolarmente (tanto più che al momento delle spinte so' andata come 'n treno...)...però proprio non li sentivo. una pacchia.
ora sono tornata ad acquagym. e sarà che il mio corpo s'è ricomposto nella situazione pre-enp (tranne il coccige che a quanto pare non ha ancora ritrovato la location migliore), saranno tante cose...ma stasera gli addominali potevo contarli fibretta per fibretta. AUCH!

venerdì 5 ottobre 2007

ancora non s'è trovato tempo di adempiere ai doveri casalinghi dello stiraggio...solo che nel frattempo si sono aggiunte altre tre lavatrici   
ma quanto sporchiamo?!?!?!  
l'enp lunedì ha iniziato la piscina...ha sguazzato tutti i quarantacinque minuti (alla faccia del "ma, sa, le prime volte di solito si stancano presto"), non è stato fermo un solo nanosecondo ed è stato un bravo ometto!
e, sempre in tema cambiamenti ed evoluzioni, s'è iniziato con le pappe! per ora alterniamo crema di riso e crema di mais e tapioca e da due giorni abbiamo aggiunto anche il liofilizzato di carne e siamo passati al latte 2. l'enp mangia con gusto e la mamma inizia ad avere un certo sospetto che si sia stufato del latte perché lo gradisce meno di prima...ma, voglio dire, se puoi scegliere tra latte e agnello...   nel frattempo...cresce. e cresce tanto. e non solo perché pesa quasi 9 kg ed è lungo tipo 69-70 cm (che la gente mi chiede: gattona? e io: "...ha 5 mesi!" e la gente ). l'enp è un bambino curiosissimo e con una capacità di concentrazione mostruosa, è capace di starsi a guardare la manina e studiarsela per mezzora... e poi ride spesso e sorride sempre. è un piacione incredibile e come sente che una donna gli fa un complimento ride e fa finta di essere timido, sembra un fumetto...è buffissimo! ora dorme nel suo lettino e nella sua stanzetta, si addormenta da solo abbracciato al suo peluche preferito e la mattina lo troviamo ruotato di un angolo variabile tra 90° e 180°. da bravo torello è uno che vuole gestire: se ha sonno ma ha deciso che non vuole dormire, gli calano fisicamente le palpebre ma lo vedi che lotta per far andare le cose come dice lui (mala tempora currunt). ha una palestrina musicale e adora farla suonare muovendo i personaggi. e poi...è innamorato della musica: a volte si accoda al ritmo di quello che stiamo sentendo e sembra voglia cantarci appresso.
io...beh, io lo adoro. e ancora non mi rendo conto che davvero l'ho fatto io, che ho potuto creare qualcosa di così bello. e io mi rendo conto che la vita che volevo è questa, niente di più (tranne almeno un altro erede). che sono felice, che non mi manca nulla. che sono stanca ma poi basta il sorrido della buonanotte o del buongiorno e sto bene. come non lo ero mai stata.

domenica 30 settembre 2007

QUESITO


sapendo che negli ultimi due giorni ho fatto, steso e ritirato 4 lavatrici ( bianchi, scuri e due refresh) più svariate cosette a mano...
...secondo voi come passerò la giornata di lunedì?

una settimana fa abbiamo battezzato l'enp. è stata una decisione molto pensata e riflettuta. all'inizio non volevamo imporgli una religione, poi abbiamo deciso che sarebbe stato giusto dargli una base da cui partire per poi capire da solo. abbiamo parlato finalmente con un prete che non giudica, con uno che sorride, con uno che fa tanto e sembra non amare la chiesa dei "no" e "non si fa" e "devi" quasi quanto noi. che a questo punto ci siamo chiesti tante cose... e personalmente ho voglia di conoscere meglio questa chiesa che non giudica, che è come la volevo io. mi sono allontanata dalla chiesa perché non era più in grado di darmi risposte, perché dettava regole ferree, per la sua intransigenza e il suo ostinarsi a non voler un minimo stare al passo coi tempi... mi sembra di aver trovato qualcosa di diverso.
e il battesimo è stato...bellissimo. ho percepito di aver affidato mio figlio a Qualcuno di superiore, Qualcuno in cui, pur non riconoscendomi più nella Sua chiesa, non ho mai smesso di credere.
l'unico neo: constatare l'ignoranza dilagante delle persone: quelle che subito dopo il battesimo del loro figlio sono rimaste vicino al fonte battesimale per fare le foto, impedendo ai parenti degli altri battezzandi la visuale su quellonche era il momento più importante del rituale...e poi una coppia di bifolchi, cafoni, buzzurri che non ha fatto altro che parlare delle pizzette, dei tramezzini, della torta durante tutta la predica, con lui che durante la presentazione dell'eucarestia ha detto, testuale, "io esco, me so' rotto i coglioni". ma dico, ma ti hanno puntato una pistola alla nuca per farti battezzare tuo figlio? ma che lo hai fatto a fare! ma il minimo sindacale del rispetto no?
a parte questo la giornata è andata benissimo: abbiamo festeggiato a casa dei miei (eravamo circa 40) e il tempo è stato clemente per fortuna!
le bomboniere, che avevo realizzato a mano una per una, sono piaciute e quelle per le madrine, le uniche acquistare, diverse e molto simboliche, sono state apprezzate. la torta fatta da mia cognata è stata divorata,in compenso è avanzato un casino di roba, come al solito...
per il resto, dopo una decina di giorni in trasferta a roma, si cerca di tornare alla normalità...

mercoledì 12 settembre 2007

prima o poi dovrò decidermi a copiare in bella grafia la storia dell' al lupo al lupo e regalarla a qualcuno. qualcuno che mi spiazza, sempre. che non so mai come aiutare perché mi cambia le carte in tavola.
poi ci sarò, come sempre, amico mio. e come sempre mi sforzerò di capire cosa ti passa per la testa e come starti vicino. e cercherò di farti capire cos'è l'amore perché tu mi sembri veramente ancora tanto confuso. e non sul genere, sull'amore in sé. perché l'amore non sono solo i fuochi d'artificio...è vedere la bellezza del cielo stellato quando i fuochi sono finiti. ti innamori con facilità e quando l'incanto finisce finisci anche tu a pensare che forse no, forse non era, forse non è. la tua vita sentimentale è tutta racchiusa in quella parola: forse. ecco, io ti auguro di metterlo un giorno questo benedetto punto esclamativo...non su una persona, o una storia...su te stesso. per dirti una volta per tutte "io sono così", perché al contrario di quello che forse pensi ciò non ti banalizza affatto. ma se non capisci te stesso come pretendi di poter aver al tuo fianco qualcuno a percorrere la strada?
ti auguro di trovarlo/a. nel frattempo, come sempre, ci sono. e ci sarò.
ho appena lanciato una bomba. speriamo bene.

domenica 2 settembre 2007

la fra: cavolo, sono piena di capelli bianchi...
tiz:...
la fra: si, vabbé, ma tu sei un uomo!
tiz:...
la fra: dai, i capelli bianchi in uomo vogliono dire "sono interessante" e in una donna...
tiz:?
la fra: beh, in una donna vogliono dire "sono scaduta"...

sipario

mercoledì 22 agosto 2007

prima esperienza al mare...
è stato sulla sdraietta tranquillo fino a che ha deciso "è ora di pappa" e allora s'è trasformato come al solito in godzilla
rifocillato, ha fatto il piagnucoloso (aveva sonno) e poi s'è provato a fargli bagnare i piedi. l'acqua era fredda e lui s'è fatto un bel piantone.
speriamo bene... tanto a settembre, lui non lo sa, ma gli tocca la piscina
nel frattempo oggi si inizia la frutta, anche perché 4 poppate da 240 g (otto-misurini-otto) sembra quasi non gli bastino più ...il primo cibo da "grandi"...come cresce in fretta il mio ometto...anche troppo...

venerdì 17 agosto 2007

Sere fa ero alla ricerca di una bella frase da mettere su un libricino. Una di quelle frasi molto belle che fanno riflettere. Una di quelle frasi che quando avevo un diario, mi appuntavo.

E ho ripreso dei diari tra le mani. Diari di tempi molto diversi.

Mentre li sfogliavo, tornavo indietro nel tempo. Pensavo che nell’anno scolastico 94-95 la mia vita era di molto ma di molto diversa. Tutta me stessa tendeva verso lo sforzo finale della maturità, tutta me stessa cercava quell’agognatissimo 60. un 60 che meritavo pieno, ne sono cosciente ancora adesso, che non mi diedero, ma questa è un’altra storia. Quel diario è diviso tra compiti, scritte e messaggi delle persone che allora mi stavano vicine. In quell’ultimo anno di liceo tentavo disperatamente di far parte di quel gruppo eterogeneo che eravamo…e non capivo che non potevo farne parte. Perché per me i prof non erano il male, studiare mi piaceva, non mi facevo le canne, non saltavo le lezioni, non facevo sega (e mi firmavo il libretto da sola!)…insomma ero una mosca bianca, o una pecora nera. Ma quello che mi colpiva di quel diario, mentre lo sfogliavo, erano le scritte non mie, scritte da persone che ho lasciato indietro perché poi, nel vortice dell’università, non avevo più tempo di essergli amica nell’unico modo in cui sapevo esserlo: fin nell’ultima cellula del mio essere. Ho riletto della morte del fratello di Daniele, dell’incontro con lui tempo dopo, dei miei primi 3 anni con Tiz, delle sere con Federica, della serie infinita di cose comiche che accadevano o venivano dette in classe e che, diligentemente, mi appuntavo. Strano ma m’è venuta nostalgia…nostalgia di un tempo in cui i problemi nascevano, venivano affrontati e morivano nella stretta cornice di un’aula scolastica e tutto il futuro appariva ricco e pieno di promesse.

Poi sono passata al secondo diario. Anno accademico 96-97 e inizio del 97-98. Si stava già delineando il trio che poi saremmo stati: da quel diario traspare una complicità che poi si è evoluta. Traspare che da subito ci tenevo troppo. Del resto ho capito subito che nel rapporto con Lei avrei sofferto tanto, giuro, dal primo istante, ma fin da subito le ho voluto così bene che il mio star male passava decisamente in secondo piano. Però allora, agli albori, ho letto, ero ancora cosciente della mia troppa disponibilità assolutamente non richiesta, gradita sì, ma non certo richiesta. Quella coscienza che poi ho perso e sono dovuta arrivare al punto di rottura e alla cattiveria per ritrovarla. Quanto prima la amavo l’ho dovuta odiare. Certo, ancora un po’ mi illudo ma ci sto male il giusto.

E anche il quel diario commenti, frasi, giochi tra noi, appunti universitari…c’era la mia vita dentro, non uscivo senza. Nostalgia? Un po’ meno, i problemi si iniziavano a scorgere, all’orizzonte.

Poi l’ultimo diario di carta che ho avuto, ma era privato. Un diario strano. Più che un diario, un blog cartaceo. Dove attacco i test fatti su internet, le foto, mi appuntavo le condizioni atmosferiche…un diario decisamente strano. Era il 2003. Il diario è pieno di Lei, avevo appena ricominciato a sentirla, via telefono, ma è pieno anche, ancora, di Specchio, dei tanti dubbi che avevo su quel rapporto, non ci vedevamo da un anno…ora sono cinque. Con una vita in mezzo. Scrivevo in bella calligrafia (ci ho sempre tenuto, anche quando prendevo appunti all’università), con la mia stilografica preferita, sempre in nero. Scrivevo piccolo piccolo, come sempre. Ed erano i primi tempi lavorativi, conoscevo gente nuova e scoprivo che, nonostante tutto, fare l’architetto mi piaceva. Ma non si trova traccia della preparazione a quel cambiamento che poi c’è stato pochi mesi dopo.

Perché pochi mesi dopo decidevo di mettere il puffo, di farmi del bene. Pochi mesi dopo, il 5 maggio del 2004, salivo da Tiz e, nella cornice di Castiglione vista dall’alto, lo guardavo in faccia e finalmente capivo cosa dovevo fare della mia vita. Ci ho pensato pochi istanti, l’ho visto sotto una luce nuova, ho capito che sarebbe stata l’unica persona che avrei amato con quell’intensità, ho capito che era l’unico padre possibile dei miei figli e gli ho detto “lascio tutto e vengo a vivere qui. Da gennaio” e così è stato. Un mese dopo, con questa certezza emotiva aprivo questo blog, non ho più scritto diari cartacei.

E ora rileggerli è strano, ci sono vari pezzi di me in quelle pagine, a volte provo nostalgia…ma non darei indietro un solo minuto della mia vita di oggi.

Volevo un Uomo al mio fianco, ce l’ho. Volevo un Figlio, ce l’ho. Tutto il resto è decisamente superfluo.

martedì 7 agosto 2007

abbiamo cambiato macchina, era necessario. una macchina a tre porte non poteva più andare, decisamente. la macchina nuova è mooolto più grande e soprattutto pensata per una famiglia che vuole comunque allargarsi e ha bisogno di viaggiare.
siamo contenti e soddisfatti, ma...
ma è difficile, molto difficile. non tanto separarsi da quella che è stata la macchina di Tiz per quasi 6 anni, che ci ha portato in vacanza, che ci ha portati qui a casa nostra...no, quello che è difficile è separarsi da quella macchina perché è stata la macchina del nostro ultimo viaggio in due e del primo in tre. è stata la macchina da cui, quella notte, ho visto Montepescali tutta illuminata ed ero contenta, spaventata, serena, in una tempesta di emozioni che non saprei assolutamente spiegare. penso che solo chi ha fatto questo percorso possa capire. forse l'ultimo percorso da "incoscienti". nell'andare eravamo ancora 2+1, al ritorno eravamo 3 e la differenza si sentiva, eccome se si sentiva!
so che non bisogna affezionarsi troppo alle cose, meno che mai a quelle destinate ad avere comunque una vita limitata, però in una parte del cuore c'è un pezzettino che fa un po' male, che sanguina un po'...

lunedì 30 luglio 2007

non saprei dire se è una  incipiente spm (ché qui è ancora abbastanza difficile fare conti e previsioni)...però sto abbastanza girata di coglioni.
la realtà è che...mi sento sola. abbandonata, in un certo qual senso.
discorso già fatto, in realtà. c'è sempre chi aspetta che a muovermi sia io. e non solo fisicamente. che organizzi io, che faccia io, che mi muova (anche nelle piccole distanze) sempre io.
pensavo che almeno l'arrivo di mio figlio (!) spingesse i miei amici (?) a muoversi, a cercarmi, a coccolarmi, se così vogliamo dirla.
e invece no. e la realtà non è che sono girata di coglioni...è che sono triste.
triste perché speravo che i miei amici sapessero mettersi in discussione, sapessero pensare, sapessero cercare di capire di cosa io avessi bisogno. e invece no.
triste perché quando l'enp è nato, ed era un we, nessuno di loro ha fatto lo sforzo di fare questi dannati 250 km per venire a vederlo e a trovarci. lo hanno fatto altre persone. lo hanno fatto gli amici di Tiz, non i miei. e io avevo davvero bisogno, in quel momento, di averli e sentirli vicini. perché il parto è la più bella esperienza che ho fatto nella vita, perché ho visto nascere mio figlio, però il parto è anche dolore e paura e sangue e lacrime. e vorresti che le persone con cui hai diviso dieci anni di confidenze, paure, lacrime, sorrisi, sogni, capissero che potresti aver bisogno di loro. come ho cercato di capirlo io tutte le volte in cui c'era da capirlo. perché bastava la telefonata e io mi mettevo in macchina, perché ho preso permessi a lavoro per andare a consolare chi in quel momento aveva bisogno di me. e l'ho fatto volentieri e non m'è pesato e lo rifarei...perché l'ho fatto col cuore.
e di fronte a questo non c'è lavoro, non c'è scusa che tenga.
forse, è quasi certo, sbaglio io...come ho sbagliato in questi ultimi dieci anni (che poi in realtà sono quasi dodici, ma vabbé). perché io dò sempre il massimo e mi aspetto il massimo. ora ho capito e non mi aspetto più il massimo, anzi, a volte, non mi aspetto nulla. però è stato, è, un momento particolare. se non ti emoziona, se non ti fa pensare, se, se, se...allora forse vuol dire che in realtà non ti interessa un granché.
perché non ti sto parlando di una nuova casa, non ti sto parlando di un nuovo ragazzo...ti sto parlando di un figlio. e se non sei in grado di capire e magari mandare a puttane un tuo qualsiasi we...beh, allora, lo trovo squallido e infinitamente triste.
perché c'è stato chi si è guardato in faccia e quella domenica s'è fatto 500 km per venire a trovarci in ospedale, perché c'è stato un amico che ha smesso di lavorare la sera alle otto e si è messo in macchina ed è venuto su.
ecco. avrei voluto questo. non avrei voluto dire io, come sempre, "allora, quando vieni?", non stavolta.
e mi sento triste. e arida. e rabbiosa.
perché poi c'è anche qualcuno che mi chiede di mandarle le foto aggiornate. sai che nuova c'è? che se vuoi vedere mio figlio stavolta alzi il culo, mi rintracci e ti muovi tu.
perché se non l'hai fatto finora vuol dire, semplicemente, che non valgo la pena. io posso pure non valerne la pena, ma mio figlio no.

sabato 28 luglio 2007

tempo fa, trovando un oggetto fuori posto, invece di pensare, come al solito, "gaurda Tiz dove lascia la roba", ho pensato "mmm............."...e mi sono detta che allora, forse, la mia sessualità era salva.
negli ultimi due giorni ne ho avuto conferma...

venerdì 27 luglio 2007

27 LUGLIO 2007

31 anni fa è nata la persona da cui ho ricevuto più amore al mondo, mio marito.
15 anni fa decidevo che era la persona giusta, che potevo fidarmi (e per me contava tanto...), e gli donavo ciò che di più prezioso avevo da donargli all'epoca.
1 anno fa le due celluline che poi sarebbero diventate l'enp decidavano di incontrarsi, di piacersi, di diventare qualcosa insieme.
Oggi...beh, siamo felici, nulla di più...ma non mi pare affatto poco...

sabato 21 luglio 2007

tre mesi fa, minuto più, minuto meno, è nato mio figlio .
spiegare come sia cambiata la mia (nostra) vita è quasi impossibile. i suoi orari, i suoi bisogni, i suoi sorrisi, il suo latte, le sue cose. il nostro modo di vedere la vita è diverso e non potrebbe essere altrimenti.
si cerca però di inquadrare tutto questo in una più ampia normalità, si cerca di fare le stesse cose che si facevano prima, magari con tempi diversi o in modo diverso, ma di farle comunque. uscire, andare al cinema, vedere gli amici, cucinare...certo è tutto un po' più difficile: per andare a vedere Harry Potter di cui sotto siamo dovuti scendere a Roma e approfittare del sitteraggio dei nonni...

l'enp è cresciuto così tanto che quasi faccio fatica a ricordarmi che è stato tutto nella mia (seppur grande) pancia. ora pesa circa 6kg e mezzo ed è lungo 63 cm, sorride ormai da quasi un mese e mezzo e inizia a ridacchiare. ha scoperto le sue mani e se le mette in bocca sistematicamente, oggi l'ho beccato mentre si guardava con desiderio un piedino. dorme, è tranquillo, a volte vuole semplicemente attenzione e allora piange finche non ci avviciniamo a lui e il mondo diventa il suo enorme sorrisone.
da circa 10 giorni l'abbiamo messo sulla sdraietta (prima evitavamo per la schiena) ed è stato subito amore. l'enp è un bambino curiosissimo, si guarda intorno costantemente e si incazzicchia pure se magari sente che sta avvenendo qualcosa intorno a lui ma dove lui non può vedere (questa tendenza all'impicciacazzismo secondo me viene dai geni della nonna paterna ) perciò ha preso questa nuova posizione con immensa gioia. siamo passati anche dalla navicella (dove si può dire che ormai entrasse comunque a fatica) all'ovetto e oggi prima uscita nel marsupio. Il mio ometto sta crescendo tanto, ha anche fatto i vaccini e si è comportato da bravo bambino: pianto di default e un po' di stranimento ma nulla di più.
Intorno a me vedo tante pance, di gente conosciuta e non, e, lo so, sarò pazza, ma la nostalgia è proprio tanta...

sabato 14 luglio 2007

Ieri sera siamo stati al cinema.
Pensavamo di vedere Harry Potter e l'ordine della fenice
In realtà abbiamo visto Harry Potter e l'arte di stravolgere un libro.
Appena mi riprendo magari lo commento pure.

martedì 10 luglio 2007

NON HO (PIU') L'ETA'


l'altro giorno Tiz mi fa: sai ho fermato uno dell'89.
io: ah.
nel frattempo qualcosa mi risuonava in testa.
cioè...nell'89 io e Tiz ci siamo messi insieme per la prima volta...e ora, quelli nati in quell'anno portano la macchina...se ci sono cose che ci fanno sentire improvvisamente vecchi...beh, questa è una di quelle.

giovedì 5 luglio 2007

NESSUNO TOCCHI L’ENP

 

Domenica sera siamo andati a mangiare una pizza coi colleghi di Tiz, poiché uno di loro doveva dare un annuncio (a giudicare dalla nostra cerchia di amici e parenti non si direbbe proprio che il nostro paese sia a crescita zero). L’enp era stato preventivamente nutrito e cambiato e in macchina s’era rilassato parecchio.

Insomma arriviamo, tutti intorno alla carrozzina “quant’è cresciuto” “quant’è bello”, complimenti vari. Mio figlio, che è un piacione di prima categoria, dispensava sorrisoni a zero denti a destra e a manca.

Ci mettiamo seduti, viene dato l’annuncio di cui sopra, baci, abbracci.

Ordiniamo, l’enp inizia a fare qualche lagnetta, probabilmente aveva sonno. Lo lasciamo cuocere nel suo brodo, è abituato ad addormentarsi da solo. Mi distraggo un mezzo nanosecondo. Un collega di Tiz è lì che l’ha tirato su e se lo tiene in braccio. L’enp sta tipo 5 secondi senza dire nulla poi attacca un pianto assurdo. Inconsolabile. Allucinante.

Lì per lì ci ha trovato assolutamente spiazzati, non l’aveva mai fatto. Dopo tipo 10-15 minuti con lui che non si calmava, i neo-genitori che impallidivano sempre di più e gli avventori del ristorante che volevano chiamare il telefono azzurro, prendiamo tutte le nostre cosette, salutiamo e andiamo via, già pensando di passare in ospedale perché un pianto simile in un bambino che di solito è calmissimo e viene con noi ovunque ci faceva pensare a qualcosa che non andava.

Usciamo, siamo ancora nel terrazzo del ristorante e…stop. Basta. Calmo. Mi guarda e mi fa un sorriso bellissimo. Perplessi decidiamo di riprovare. Tiz torna dentro, io vado con l’enp a fare una passeggiata e a vedere come va. Visto che tutto tace, torno anche io al ristorante, dove la serata poi procede assolutamente normalmente.

Lì per lì ci siamo stupiti parecchio, poi abbiamo capito.

L’enp è un bambino assolutamente socievole, sorride a tutti, va volentieri in braccio a tutti…basta che prima passi dalle nostre, di braccia. In pratica crediamo abbia avuto un attacco di panico nel sentirsi preso da una persona che non conosceva. Odore diverso, braccia diverse, una mossa repentina. Credo di avere l’unico bambino con l’antifurto. Non che mi dispiaccia, eh.

sabato 30 giugno 2007

in questi ultimi giorni ho ricevuto una bellissima notizia. Due nostri carissimi amici daranno un cuginetto a Piergiorgio tra qualche mese...non ce lo aspettavamo…avevamo sempre pensato, ci avevano detto, che aspettavano di poter tornare a casa loro (stesso mestiere, stesso destino) e ora abbiamo scoperto che in realtà erano 5 anni che aspettavano questo momento. Un po’ ci sono rimasta male, un po’ ho capito perché non ci abbiano mai detto la verità.
5 anni…60 cicli più o meno…

e mi ricordo i tre cicli, brevi, intercorsi tra il “siamo pronti per avere un figlio” e l’arrivo dell’enp. Tre cicli fatti di lacrime e paure, quando il responso non era quello che volevo io e mi chiudevo nel bagno di studio a piangere e ne uscivo con gli occhi rossi.

Neanche tre mesi e a me sembravano tre secoli. Stavo affrontando la mia più grande paura, quella di non riuscire ad avere un bambino. E nel momento francamente meno opportuno, due giorni prima della morte del mio capo, tre giorni prima di un’ustione solare di secondo grado su una gamba, il giorno stesso in cui erano arrivati i 100 stick per monitorare l’ovulazione ordinati dal Canada…è arrivato l’enp.

E quel ciclo me lo ricordo perché avevo tanti di quei cavoli per la testa che francamente non ci pensavo proprio. Ero senza lavoro e soprattutto ero schifata e arrabbiata per come stavano andando le cose. E non mi insospettì neanche il bacio a bruciapelo che Ale mi diede sulla pancia, forse lei lo percepì ancora prima di me. So esattamente quando è stato concepito l’enp e il bacio che Ale mi diede quel giorno coincide coi tempi previsti dell’annidamento. Se ci ripenso mi commuovo ancora adesso.

E mi ricordo la sensazione, il fatto di sentirmi diversa fin da subito, il test fatto 5 giorni prima che si potesse anche solo parlare di ritardo, mi ricordo la contentezza e l’incredulità di fronte a quel test quasi olografico. E poi, un mese dopo, la prima ecografia, quel piccolo girino tutta testa con un cuore forte forte e velocissimo. La prima grande emozione della mia vita.

E non so neanche trovare le parole per spiegare quanto sono felice per loro, perché sono persone speciali, perché un bimbo è una cosa meravigliosa, perché guardo la sua pancetta appena accennata poi guardo l’enp…e capisco che, veramente, il senso della vita è tutto lì.

martedì 12 giugno 2007

ehm, che il mio corpo fosse puntuale lo sapevo, anche considerando che l'enp è nato praticamente il giorno della dpp...ma, cavoli, così presto proprio non me l'aspettavo...

giovedì 7 giugno 2007

Gentile signora dell’ordine di Grosseto che ha chiamato ieri. Lasci che le spieghi quelle due o tre o cosette che non ho avuto la prontezza e il tempo, visto che stavo dando da mangiare a mio figlio, di dirle ieri.

Lei si è tanto stupita, scandalizzata, quando alla sua domanda sul perché, nonostante io sia residente nella provincia di Grosseto, io sia ancora iscritta a Roma le ho risposto, sinceramente, che è una questione di soldi. Lei mi ha detto “ma architetto io non  ci credo che sia una questione di 70 euro”.
beata lei che non ci crede.

Perché vede io già di per sé mi chiedo perché pagare un ordine che non ha fatto una ceppa quando è passata la Bersani, che permette che la maternità alle sue iscritte sia erogata sei mesi dopo la nascita del bambino ma che ne frattempo loro debbano comunque versare 1500 euro di contributi obbligatori. Poi mi lasci anche aggiungere quelle due o tre cosette personali. Quando sono venuta qui ho girato tutti, tutti, gli studi professionali della zona perché un lavoro mi serviva. Molti dei miei (nostri?) colleghi appena sentivano l’accento non autoctono cambiavano atteggiamento. Perché vede, spesso, voi toscani avete più puzza sotto il naso di quella che c’è sotto la coda di un cane randagio. Ho trovato due persone, su quaranta e passa, disposte a darmi fiducia. E lei mi chiede perché non sprizzi gioia al solo pensare di appartenere al loro stesso ordine. Mi dica, poi, nello specifico, l’ordine di Grosseto dov’è quando all’interno del suo territorio la nostra professionalità è calpestata e gli incarichi, le collaborazioni e quant’altro vengono assegnate ai geometri? Per combattere questo fenomeno che in questa provincia assume contorni imbarazzanti, l’ordine che lei mi pubblicizza tanto cosa fa?

Io credo che lei sia felicemente stipendiata e in quanto tale goda di privilegi che io neanche mi posso sognare. Perché, vede, per lei 70 euro non fanno la differenza. Al massimo non andrà dal parrucchiere una volta. Per me sì che fanno la differenza. E nel momento in cui devo scegliere come destinarli francamente scelgo di comprarci 4 scatole di latte in polvere e un pacco di pannolini. Perché, forse la cosa la stupirà, nella mia vita, ora, ci sono progetti, che sono certa capirà, sono ben più importanti.

domenica 3 giugno 2007

Tu solo sei l'amore
tu solo sei davvero
prima di te, lo giuro,
non era stato mai...
ogni volta un tentativo
in questo mondo più cattivo,
cercando solamente amore,
avendo te come obiettivo...

venerdì 1 giugno 2007

giorni fa, in una stanza, ho visto una foto. una foto che anni fa sarebbe stata una stilettata, mi avrebbe fatto a pezzi.
oggi ho preso coscienza che un analogo con me non c'è, che per me, in quella stanza, non c'è posto. e mi chiedo se mai c'è stato. o se c'era e l'ho distrutto io col mio volere troppo e volerla tutta per me. o forse non ci sarebbe stato neanche allora.
mi rimane il dubbio di aver voluto sempre troppo, di aver forzato le cose perché non ho pazienza, di aver dato ad un rapporto un peso che sull'altra bilancia era non dico inferiore ma senz'altro diverso.
ma la cosa che più mi ha colpito è stato il lampo di gelosia, ancora, dopo anni. e poi improvvisamente la serenità, gli occhi di mio figlio, una coscienza diversa.
IL SONNO DEL GIUSTO (E SOPRATTUTTO DEL SAZIO)...

sonnellino


















mercoledì 30 maggio 2007

DEL PERCHE' SONO MEDIOCRE

Ecco, io sono una persona assolutamente nella media, non eccello, non spicco. Non ho capacità particolari. ovvero magari ne ho ma ottengo risultati nella norma. insomma non sono un genio. finalmente ho capito il perché: il mio anulare e il mio indice sono perfettamente uguali...

INSALATE DI RISO ED ESORCISMI


Considerando che quando hanno chiamato a casa mia per dire che mio nonno era morto, mia madre stava preparando l'insalata di riso...e che domenica stavamo preparando l'insalata di riso quando abbiamo appreso che mia nonna, che era caduta durante la notte, aveva riportato una frattura scomposta dell'ulna...io inizierei a cambiare il menù in casa latana senior...

lunedì 21 maggio 2007

UN MESE FA...

Il 19 aprile, pomeriggio, ero come al solito in piscina. Come al solito l’argomento principale era il mio pancione. “noooo, tanto vedrai che arriverai a fine mese: non hai cambiato faccia” eggià perché pare che non ti facciano partorire se non hai le labbra come due canotti, il naso negroide e la faccia che sembra una pizza margherita. Vabbè.
insomma faccio la solita lezione di acquagym, e faccio pure gli addominali, tanto per, saluto tutti con la promessa di avvisarli delle novità e me ne torno a casa. Naturalmente l’uomo di casa, il senior, faceva la notte quindi tipo a mezzanotte ci siamo salutati per rivederci la mattina dopo. Nel frattempo che lui rendeva i suoi servizi allo stato, io iniziavo a perdere il tappo mucoso. Contrazioni zero, ok saranno i prodromi…tanto ci hanno detto che possono durare giorni e giorni!
mattina dopo, 20 aprile, mi sveglio con un doloretto. Dopo qualche minuto un altro, poi ancora. Con moooolta calma sveglio l’uomo di casa senior e lo informo. In un attimo gli occhi del sopraccitato uomo di casa senior si fanno a piattino. Io sono molto, ma molto, calma. Faccio, come da manuale, una doccia calda ma le contrazioni non passano. Dobbiamo andare comunque a Grosseto per fare un salto in tribunale, vorrà dire che ci allunghiamo in ospedale…
in ospedale, quando dico che ho delle contrazioni, mi guardano in faccia e capiscono dal dolorometro oculare che non sono quelle giuste, ma mi fanno comunque un tracciato per farlo capire anche a me. Mi visitano e “signora, il collo è morbido e appianato ma è ancora posteriore e chiuso. Potrebbero volerci cinque ore come anche dieci giorni”. Bene, cioè, male, però vada come deve andare. S’è fatta una certa , c’è venuta fame e andiamo da mc donald, dove il padre di mio figlio osa negarmi con piglio talebano un panino con l’insalata (ecco, ti pare che potessi correre il rischio di prendermi ‘sta cacchio di toxo a 40 settimane?).
torniamo a casa.
alle 17 circa parte la prima contrazione. E sì, fa abbastanza più male di quelle della mattina. Irregolari fino alle 19:38, da quel momento una ogni 5 minuti. Con calma si mangia, il papà ha preparato la pizza, la mamma riesce sì e no a mangiarne metà, ha una nausea da primo trimestre! Andiamo, non andiamo? Dopo cena si decide di aspettare un po’ e si decide di passare il tempo giocando a scarabeo, tra una contrazione e l’altra. Per la cronaca, vince la mamma.
prendiamo la valigia, montiamo in macchina e con Cammariere in sottofondo ci dirigiamo di nuovo a Grosseto nella totale assenza di macchine dell’aurelia notturna. Lungo la strada un turbinio di emozioni: stiamo per conoscere nostro figlio, tra qualche, speriamo, ora questa panciona non ci sarà più, il viaggio di ritorno forse lo faremo in tre…
Lì stavolta ci prendono abbastanza sul serio: il tracciato rivela delle contrazioni abbastanza serie da essere considerate e la visita dichiara i tre cm necessari al ricovero. Sono le 1:30 del mattino del 21 aprile. La mamma riesce pure a far ridere l’ostetrica di turno dichiarando che le dispiace che nascendo di sabato (ebbene sì, a Grosseto funziona così) non potrà donare il cordone, ma che non si sente abbastanza altruista per arrivare fino a domenica…
Ci mettono in una stanzetta intermedia in attesa che la dilatazione ci faccia guadagnare un biglietto sola andata per la sala travaglio. L’uomo di casa si appisola, la sottoscritta passa il tempo tra una contrazione e l’altra col suo fidato lettore mp3. ogni ora l’ostetrica viene a visitarmi: dopo un’ora 4 cm, già parte lo scazzo, dopo due ore ancora 4 cm, insomma quando alle 5 di mattina sono ancora meno di 5 cm mi piglia male. Perché quando una nasce in una famiglia in cui tra travaglio e parto ce la si spiccia in meno di 5 ore, una si illude sia genetico. E invece no. Quando dico mi piglia male, intendo che inizio a piangere disperata e inizio a pensare che non finirà mai.


Alle 7 circa finalmente pare che siamo arrivati a quei tipo 5 cm necessari per andare in sala travaglio. Che poi è praticamente uguale alla stanza dove eravamo ma almeno la mamma si sente più rassicurata e seguita, il ché fa molto.

Da lì in poi è un ricordo confuso: dicono che la mente umana tende a eliminare i ricordi del dolore e probabilmente è vero. Di quelle ore ricordo di aver provato dolore ma ho solo dei flash. Flash che di solito coincidono con ciò che io ho vissuto come maggiormente traumatico: le visite per vedere la dilatazione. Dilatazione che è andata anche a rilento, sempre rispetto a quello che mi aspettavo. Insomma quando ci portano in questa stanza, io mi metto sullo sgabello, a gambe larghe, testa appoggiata su un cuscino ai piedi del letto e cerco di rilassarmi il più possibile per favorire le contrazioni. All’inizio canto, poi canta con me anche Tiziano, tra una visita e l’altra nella pausa tra le contrazioni riesco pure a dormire! Solo che le visite mi mettono di fronte ad una brutta realtà: alle 10 del mattino sono ancora di 7 cm e stanca, assonnata, scazzata, medito di uccidere mia madre per non avermi trasmesso il gene della velocità del parto e per avermi convinto che fare un figlio in due ore sia la normalità.

Per accelerare un po’ la faccenda verso le 10 -10 e mezza decidono di rompermi le acque e viene la ginecologa di turno armata di bastoncino simil ristorante cinese. Chiaramente non fa male ma sento tanto liquido caldo uscire fuori. Vedo la faccia di Tiz, quella dell’ostetrica e capisco, ma lo chiedo lo stesso, che le acque non sono proprio limpide. E infatti sono marroncine. A ripensarci ora dico vabbé, il meconio, mio figlio ha fatto la prima cacca ancora inside, ma lì per lì so anche che le acque scure possono essere indice di sofferenza fetale, so che quando è nata Ale le acque erano scure e mi piglia un coccolone. Da quel momento l’ostetrica starà quasi in pianta stabile con noi e io sarò sotto monitoraggio per vedere se il battito del piccolo evidenzia qualcosa di potenzialmente pericoloso. Cosa che per fortuna non avverrà.

Nel frattempo in sala parto, a tre metri da me, una ragazza urlava che “non ce la fo”e urlava, urlava! E io penso: ecco io sono ancora qui e già mi sento morire, lei in sala travaglio non ha urlato e io già ora sono sull’orlo della crisi di nervi, ommioddio cosa mi aspetta? Non ce la farò mai!
la dilatazione procede ma a rilento, sono intorno ai 9 cm e dovrebbe mancar poco ma sembra che il tempo si dilati all’infinito; il tempo sì, io no. Le contrazioni dopo la rottura delle acque sono allucinanti e soprattutto diversissime da quelle prima. La sensazione è che mi si stia spaccando di netto la schiena. Ora, lo so che, come mi ha ripetuto ad libitum l’ostetrica, se non si chiama passeggiata di parto ma travaglio di parto un motivo ci dovrà pur essere, ma se una c’ha già di suo il culo cosmico di avere un’ernia del disco parzialmente uscita esattamente nel punto in cui si sentono le contrazioni allora magari è un filino peggio, soprattutto perché nessuno sembra crederle quando lo dice e nessuno sembra farci caso. Dicono: è normale provare mal di schiena. Ok. Però da quando sono uscita dalla sala parto continuo ad averlo, vorrà dire qualcosa?

Questa particolare condizione porta me sull’orlo della crisi di nervi e minaccio il consorte nell’ordine dicendo “il prossimo lo adottiamo”, “il prossimo nasce a roma, dove ci sarà l’epidurale”, “il prossimo sarà un cesareo programmato”, “il prossimo non ci sarà”. Ecco. Il solo fatto che quel sant’uomo non mi abbia mandato a cagare bensì sia rimasto lì al mio fianco e abbia cercato di consolarmi e aiutarmi in ogni modo penso sia la prova tangibile di quanto mi ami.

Continuano le visite per controllare la dilatazione e lì mi trasformo nella bambina dell’esorcista: urlo come mai in vita mia, e dire che odio le donne che urlano. Il fatto è che la visita è allucinante: già avere qualcuno che ti ravana proprio lì non è il massimo, ma averlo mentre sei obbligata a stare sdraiata, con la schiena che già del suo è a pezzi, e soprattutto in concomitanza con i picchi della contrazione è una cosa allucinante. Chiaramente non ricordo il dolore in sé, ma la sensazione di “oddio qui mi si spacca la schiena” la ricordo ancora abbastanza bene, ecco.
fattostà che io comunque non riesco a dilatarmi fino in fondo. Manca poco, mi dicono. Io inizio a non crederci, sono tipo 5 o 6 ore che mi dicono la stessa cosa! apprendo una grande e scomoda verità: quando le ostetriche dicono che “ci si dilata un cm l’ora” potrebbero pure aver fatto una stima per eccesso.  Mi fanno il buscopan, nulla. A quel punto mi propongono l’ossitocina e io urlo che non la voglio assolutamente. Alla fine la ginecologa, l’ostetrica ma soprattutto Tiziano riescono a convincermi e mi mettono st’ossitocina. Le contrazioni si ravvicinano e a me viene non la voglia, quanto l’esigenza, di spingere. Lo dico, tutti felici. Siamo in sala travaglio e sono circa le 11 e mezza: inizio a dare delle spinte per assecondare le contrazioni. Oddio tira tutto, fa una certa impressione. Tre o quattro spinte, faccio leva sulle mani del mio uomo e dell’ostetrica e vado giù di addominali (eccheccavolo saranno servite tre lezioni di ginnastica in acqua a settimana!). l’ostetrica dice che si vede la testa, Tiziano, che per me rappresenta la voce della verità, conferma. Ok, si va in sala parto. Ci vado da sola, sulle mie gambe, con la testolina di mio figlio che preme proprio lì, bei momenti.

Sono spaventata e rassegnata mentre varco quella porta: al corso ci hanno detto che di solito la fase espulsiva dura da una a due ore!

Mi arrampico sul lettino e scopro che ci sono delle splenderrime maniglie su cui far leva per spingere. Il tempo di capirlo e il mio corpo mi fa capire che è ora di passare dalla teoria alla pratica. Devo spingere, è un imperativo che mi attraversa la schiena. L’ostetrica mi dà l’ok. La testa di mio figlio, leggermente rientrata nel momento in cui mi ero spostata in sala parto, si ripresenta proprio lì. Mi disinfettano, decidono che magari facendo un tagliettino potrebbero aiutarmi. Sento le punture dell’anestesia, tre, e poi vedo che prende le forbici. Mi concentro sul viso del mio uomo per non pensare a cosa mi stanno facendo, penso che non la volevo l’episiotomia, poi penso che mio figlio sta per nascere e non mi frega più nulla, al taglio ci penserò dopo.
devo di nuovo spingere, lo dico e l’ostetrica mi da l’ok. Trattengo il respiro e spingo con tutta la forza che improvvisamente sento di avere. Una spinta, sola, quella. Tiziano mi aiuta tirandomi su la testa per assecondare la spinta. Sento qualcosa uscire, vedo qualcosa uscire. Vedo l’ostetrica stupita. Mio figlio è lì, nelle sue mani. Una spinta, mio figlio, bellissimo, sporco, viola, urlante. Sono le 12:03. sono talmente emozionata che neanche lo sento piangere e mi preoccupo di conseguenza. Fuori dalla sala, le due neo-nonne, arrivate da appena dieci minuti, sentono piangere e si abbracciano. Guardo Tiziano, ci guardiamo e non siamo in grado di dirci niente. Nel frattempo io spingo ancora per far uscire la placenta e il pargolo viene pesato e tagliandato e supera il primo esame della sua vita riportando un punteggio molto alto. io lo vedo da lontano e ancora non ci credo, le cose che sento non credo sarei in grado di spiegarle neanche tra cento anni. Un’infermiera dolcissima mi si avvicina e mi dice che lì fuori c’è Ale, disperata e preoccupata, e mi chiede se può farla entrare. Certo. Così la vestono e la fanno entrare mentre al di là di un paravento mi ricuciono un po’. Poi lei esce, io mi alzo e torniamo in sala travaglio, dove finalmente conosco, annuso e coccolo mio figlio. Lo guardo e scompare il dolore, e non ricordo più nulla e non mi capacito che quell’esserino così grosso e lungo potesse stare tutto nella mia pancia. Lo guardo, gli parlo, lo adoro. E quello che provo, ora come allora, è amore assoluto. Per lui e per l’uomo che me lo ha dato.

sabato 19 maggio 2007

tra una poppata, un cambio, un'aggiunta e  una dormitina...siamo di nuovo qui.
stanchi ma totalmente felici e appagati. certo a volte non è facile accettare di non avere neanche più il tempo per farsi una doccia o innaffiare due piante ( e dire che ero così orgogliosa delle mie piante )...poi...poi mio figlio mi guarda e sorride. e sorride probabilmente perché gli viene da sorridere, mica perché guarda me  però il mio cuore si riempie e sarei pronta a farmi tagliare via un braccio senza anestesia solo per farcelo giocare. e mi chiedo cos'è stata la mia vita prima, come ho fatto a vivere senza di lui per tutto questo tempo...
Piergiorgio è un bimbo sereno, fa le sue lagnette come tutti i bimbi ma viene con me o con noi ovunque: abbiamo festeggiato il nostro primo anniversario di matrimonio con lui e lui se n'è stato buonino buonino perfino al ristorante (da notare che aveva 15 gg!).
quando mamma mi ha detto che nonno stava peggiorando l'ho preso, caricato in macchina e ci siamo fatti, io e lui, i nostri primi 250 km in macchina, lui dormiva e io mi drogavo di musica per non avere paura.
da quando sono mamma ho infinite paure: che possa farsi male, che possano portarmelo via (cavoli se ne sentono troppe di bimbi rapiti!), di non essere in grado di farlo crescere sereno.
a parte questo la prima grande prova è stato digerire il fatto, palese, che il mio latte non gli bastasse più. stava crescendo pochissimo e così siamo passati all'aggiunta ad ogni poppata...che poi aggiunta...solo di aggiunta si spara tipo 90 gr di latte... ora sembra cresca . la prossima settimana abbiamo il primo tagliando ufficiale e vedremo come va!
nel frattempo siamo tornati operativi (if you know what it means ) e da lunedì si torna ad acquagym...insomma si cerca di tornare ad una quotidianità...

sabato 12 maggio 2007

Te ne sei andato in una giornata di maggio che si sta scoprendo caldo
Te ne sei andato in silenzio, come sempre, senza lamentarti
Te ne sei andato lasciandoci tutti un po' orfani
Orfani del tuo essere un grande, sempre
Orfani dei tuoi occhi azzurri puliti
Orfani.
E ci piace pensare che tu sia andato via sereno, che esiste un posto speciale per quelli come te, per i giusti, per chi ama la vita e la rispetta.
E mi piace pensare che tu abbia aspettato di conoscere mio figlio. Mi piace ricordarti mentre lo guardi e mi dici "è proprio bello"
E mi piace pensare che in fondo è il cerchio della vita che si chiude, che c'è un Angelo che veglia su questa nuova vita e su quelle che verranno.
Arrivederci Nonno, e grazie.

venerdì 27 aprile 2007

venerdì 20 aprile 2007

FALSO ALLARME...

...Siamo ancora qui. ma le contrazioni iniziano a farsi seriucce...

NULLA DI UFFICIALE...

...Ma qui stanotte s'è perso il "tappo mucoso" e da stamattina sono iniziate un po' di contrazioni. per mero scrupolo si fa un salto in ospedale. se non leggete il post del flop oggi pomeriggio vuol dire che c'è qualcosa di serio in atto

lunedì 16 aprile 2007

TRANQUILLI...

L'enp non è ancora nato, siamo ancora un 2-in-1, che fa tanto offerta speciale.
Qui non c'è nessuna fretta, oltretutto si spera vivamente che l'erede nasca dopo l'entrata nel segno del toro... non per altro, è che quando due c'hanno una mamma/suocera e 5 testimoni su 6 (e l'altro è cmq un segno di terra) del segno del toro allora si illudono di sapere come gestire un figlio dello stesso segno. ecco, non toglieteci questa illusione...
quindi io e l'enp abbiamo fatto un patto: fino a venerdì/sabato se ne deve stare bello buonino nel suo utero preferito, anche perché oggi abbiamo portato ad incorniciare il quadretto di nascita che la sua mamma gli ha ricamato con le sue manine sante e con taaanto amore e sarà pronto per venerdì, appunto.
ora, visto che mio figlio ama smentirmi prima di ogni altra cosa, mi aspetto o che nasca tipo domani o che si faccia attendere un altro bel po'.
in entrambi i casi, noi siamo qui per lui...
se dovessero esserci novità salienti troverò il modo per farvelo sapere, non abbiate dubbi!

martedì 10 aprile 2007

sono tremendamente girata di coglioni. e non so perché.
c'ho praticamente una sindrome premestruale cosmica da manuale.
che voglia dire qualcosa?

sabato 7 aprile 2007

ieri è stata una giornata allucinante.
siamo stati a consegnare le urine poi a fare l'elettrocardiogramma (1 minuto netto, giuro!), poi al corso preparto (ultima lezione!), poi al mc a mangiare, poi a fare spese varie poi finalmente in reparto per fare i tamponi. nel pomeriggio sono iniziate delle contrazioni forti e irregolari e il consorte già si vedeva papà entro sera  (chiaramente se faceva 'n film). a quel punto, quando sono andata in reparto ho chiesto gentilmente all'ostetrica se poteva visitarmi, tanto per togliermi il dubbio, anche perché all'ultima visita l'enp era ancora alto alto. l'ostetrica ha acconsentito di malavoglia, mi ha visitato con una delicatezza da elefante, ha ravanato un bel po', ha sentenziato che il collo è morbido morbido, che l'enp è in posizione ma che il suddetto collo è bello chiuso. poi ha tirato fuori un mano insanguinata e mi ha detto: "non si preoccupi, il sangue viene dalla visita". alla faccia della delicatezza!
su gentile richiesta siamo stati portati a vedere le sale travaglio e la sala parto e devo dire che non mi hanno fatto nessun effetto particolare: le sale travaglio sono stanze assolutamente normali con pochissimo mobilio, la sala parto ha un sacco di cose tra cui un letto ginecologico a una piazza e mezza che sembra essere moooolto più comodo di quelli standard (non che ci voglia molto). ma la cosa strana è che della sala parto non ho guardato nulla di quello che riguarderà me. ho guardato l'ìincubatrice, la culletta con la lampada sopra, il lavello. insomma, francamente, di quello che succederà a me lì dentro non mi interessa più o meno nulla...la grande emozione che ho provato è stata la consapevolezza che lì dentro conosceremo nostro figlio, che lì sarà lavato e controllato, che lì lo abbracceremo per la prima volta. un po' come fosse la sua prima cameretta, ecco.
il fatto che il corso preparto sia finito mi porta a prendere consapevolezza che questa grande avventura sta volgendo al termine e le emozioni iniziano a farsi sentire forti. sarò pronta al distacco?

giovedì 29 marzo 2007

FANCULO (post-sfogo, decisamente in progress)

- a tutte quelle che "si vede che nascerà prima, hai cambiato faccia"
- a quelle che "dai, tanto prima di maggio non se ne parla"
- a quelle che "a me il medico ha smesso di contare i punti dopo i 70"
- a quelle che "io ho avuto 30 ore di travaglio"
- a quelle che "ammazza quanto ti è cresciuto il seno"
- a quelle che poi aggiungono "ah, ma non è detto che ti dia latte"
- a quelle che "beh, brava 10 kg sono pochi ma tanto poi li metti con l'allattamento"
- a quelle che "dormi ora, poi non dormirai mai più"
- a quelle che "vedrai come diventerai apprensiva"
- a quelle che "durante l'allattamento non puoi mangiare né questo, né quest'altro"
- a quelle che "tanto le ragadi sono una cosa normale"
- a quelle che "ma come, non vuoi l'epidurale?"
- a quelle che "tanto ti accorgerai che quando sarà nato non ti vedranno neanche più, penseranno solo al bimbo"
- a quelle che "ma, come?!? vieni ancora in piscina? ma che ce lo vuoi fare qui?"
- a quelle che "hai preparato la valigia?"
- a quelle che "ah...quindi il tuo ginecologo non sarà in ospedale..."
- a quelle che "ma come, non partorisci a roma?"
- a quelle che "ah, ma allora tua madre si trasferirà su da voi per un po'"
- a quelle che "il mio bambino è nato un mese prima e non aveva né unghie né sopracciglia"
- a quelle che "vedrai che nascerà almeno di 3,800 kg"
- a quelli che "ah, lo chiamate xy, tanto lo chiameranno x o y"

lunedì 26 marzo 2007

siamo entrati nel nono mese, mica cavoli.
e mancano tipo 25 gg all'incontro più importante della mia vita. paura? sarei una sciocca a dire che no, paura non ne ho. ho una paura folle del dopo e di non essere in grado di gestire al meglio questa nuova realtà a tre, ho una paura folle che qualcosa possa non andare bene...insomma ho mille paure...tranne quella del parto. è strano ma è così, lo vedo un evento naturale e, ora come ora (ma mi riservo di cambiare idea al secondo figlio!), non voglio nè epidurale nè simili. voglio sentir nascere mio figlio, voglio aiutarlo con le spinte giuste, voglio che tutto il mio corpo sia presente e vigile. e il dolore ci sarà, voglio dire è inevitabile, ma sarà un dolore con uno scopo. io e mio figlio vivremo in un certo qual modo lo stesso "trauma", voglio aiutarlo per quanto sarà possibile. l'epidurale spesso toglie la sensazione delle spinte e si rischia di spingere a vuoto o inutilmente e a volte si finisce a dover fare un cesareo perché nel frattempo il bambino va in sofferenza. ecco, anche solo l'idea che si verifichi una cosa del genere mi fa dire "no, grazie". dopotutto sono svariati milioni di anni che noi donne partoriamo e se non ci siamo ancora estinti un motivo ci sarà, no?
al corso preparto vedo tante donne spaventate e mi chiedo se la paura mi verrà tutta insieme, perché io sono assolutamente serena. ho le mie cosettine pronte, devo ancora realizzare il quadretto nascita (perciò speriamo che l'erede non anticipi), stiamo abbellendo la sua cameretta, insomma step by step le cose procedono, ma senza angosce.
mercoledì scorso abbiamo fatto l'ultima visita, l'abbiamo visto per l'ultima volta inside, abbiamo fatto l'ultima pesata ufficiale (evvai 'sto mese non ho messo un etto! a qualcosa servono le tre o quattro lezioni di ginnastica in acqua alla settimana allora!), insomma abbiamo tirato un po' le somme.
somme che per ora tornano e che portano tanta felicità...

lunedì 19 marzo 2007

VENGHINO SIORE E SIORI

Visto che, per ora, chiaramente, di mercatini non se parla neanche e forse anche quest'estate sarà difficile (ma qui si conta moooolto sul buon carattere dell'enp)...s'è deciso di fare un mercatino artigianale un po' sui generis...
per cui se vi interessano: angioletti, fatine, mollette ferma-appunti, taglieri con block-notes, scatole decorate o portavasi potete semplicemente cliccarci sopra e accederete alla pagina di vendita. più semplice di così!

mercoledì 14 marzo 2007

ieri primo bucato interamente dedicato all'enp...anzi dovrei dire primi bucati. tra l'aprire le scatole, togliere le etichette, mettere in lavatrice e stendere c'è pure scappato un pianterello di commozione al pensiero di quest'affarino che fra un po' riempirà il tutto.
lo scorso fine settimana eravamo a rm per il compleanno di Ale e finalmente siamo riusciti a vedere un po' di amici che non vedevamo da un bel po' (alcuni da un anno!)...la mia panciona è stata quasi la star della serata, immagino che faccia strano avere un'amica coetanea che intraprende un percorso a cui non pensiamo neanche ancora lontanamente. l'enp, come al solito, si fa sentire solo quando la mano che lo tocca è quella della sua mamma (a volte, se è proprio generoso, quella del suo papà) quindi chi ha provato a toccare la panciotta ne ha ricavato più o meno la sensazione di toccare un palloncino. che caratterino, mio figlio, eh? c'è da dire che anche io ero così da piccola: esisteva solo mia madre, punto e stop. ecco, speriamo che questo non lo prenda da me!
finalmente sto entrando nell'ottica del preparare la valigia e ho lavato tutto, ma tutto tutto! di una cosa possiamo star certi: se tanto mi dà tanto, l'enp sarà un bambino ricco (da genitori poveri). il suo guardaroba attuale è sicuramente più vario del mio attuale, non ci sono dubbi! e poi le nonne chi ricama bordini e bavaglini e chi fa coperte di lana o cotone, la zia paterna lo sta vestendo circa fino all'università, ha già una carrozzina ultramegawow...insomma sto per sfornare il piccolo principe!

mercoledì 7 marzo 2007

mettiamola così: manca un mese e mezzo.
da madre snaturata d.o.c. non ho ancora preparato la valigia, non ho ancora lavato le tutine, i body.
è che non mi sento pronta. domenica siamo andati a trovare la mia amica Rachele e il suo Emanuele, nato il 9 febbraio. uno scriccioletto dolcissimo. e me lo guardavo e mi dicevo che allora è vero. e mi sono ricordata della telefonata "sono di 5 settimane" e della foto dell'eco dei tre mesi e di tutti i mesi passati insieme in piscina con le pance che crescevano. e ora Emanuele è nato e l'enp sta per nascere. ed è tutto così strano e bello che non trovo le parole. inizio ad essere tanto curiosa di vedere questo cucciolo d'uomo e inizia la pura di non farcela dopo, di non riuscire ad essere dei buoni genitori. che passo enorme. al di là della barricata, non siamo più solo figli.
e mi rendo conto di quanto, stranamente, non sono stata capace di riportare qui o su carta le emozioni di questi mesi, le paure, le ansie, le gioie. come se avessi paura che parlandone scomparissero, si sminuissero, non so.
è che a volte mi sento infinitamente troppo piccola per questo enorme amore che sento, tutto qui.

martedì 6 marzo 2007

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel '54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un'emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio...
misurate le distanze
E guardate tra me e voi... chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cllniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent'anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare.

LE SOLITE INGIUSTIZIE


Qualcuno cortesemente mi spiega perché la Ilary Blasi ha praticamenta la mia stessa dpp e ha un pancino bello tondino e piccolino e io sembro una balenottera arenata su una spiaggia? grazie.

martedì 27 febbraio 2007

lunedì 26 febbraio 2007

sono a roma. nonno è peggiorato. ci sono giorni che sembra non riconoscere nessuno. se ne sta andando, non sono pronta.

martedì 20 febbraio 2007

la settimana scorsa siamo scesi a roma...il solito delirio. alle cose che di solito c'erano da fare, tipo passa dal fotografo, vedi i parenti, coccola i nonni, fai le analisi, etc. si sono aggiunte anche le spese per l'ENP.
Ma in questo turbinio di diecimilionidicosedafare mi sono accorta di alcuni cambiamenti evidenti ai quali non ero affatto preparata. quand'è che mi hanno sostituito i miei nonnini con questi due vecchietti che tremano, stanchi, affaticati? quand'è che mi sono persa un passaggio tanto forte? avevo lasciato i miei nonni forti dei loro 85 e 92 anni e ora li ritrovo deboli degli stessi anni. e per la prima volta ho avuto paura di partire per non vederli più. e il non esserci, ora come ora, pesa come un macigno. ora che l'erede sta per nascere e vorrei tanto che lo vedessero e che potessero trasmettergli anche un minimo della loro vita vissuta come hanno fatto, tanto, con me.
e arriva il momento in cui ti rendi conto che il nostro volerli eterni è egoismo, che non puoi trattenere chi vuole abbandonarsi, che siamo noi a non essere pronti e non loro.
e capisci quanto amore c'è nella telefonata di tuo nonno a tua nonna dall'ospedale: "Tina, non ti preoccupare...morirò, ma non stasera..."

lunedì 12 febbraio 2007

IL LUPO PERDE IL PELO...


mettiamola così...
quest'anno, la vostra amica egoista, l'ospite, sì, bravi, ha compiuto 30 anni. a questo punto ha deciso che l'evento non poteva passare così alla chetichella, eccheccazzo, quindi lei doveva assolutamente fare una festa. gli amici, tra cui anche io, hanno tralasciato di farle notare che festeggia il suo compleanno facendo feste penose delle medie ogni anno. quest'anno però c'è stata uan novità: la festa, la ragazza, la organizza in un locale. cavoli, diciamo noi, fosse la volta buona che ne viene fuori qualcosa di decente. e invece no. no, perché sai, le feste costano (ma dai? lo sai che noi, trentenni prima di te, non abbiamo fatto feste proprio per questo motivo?!?!). vabbeh, allora? allora la tipa ha affittato un locale, naturalmente a culonia ovest ché più ti allontani da roma e meno costano, e ha organizzato un dopocena. ah, naturalmente, visto che l'evento sembrava non dover passare inosservato neanche da marte, ha invitato anche il bidello della sua scuola elementare. ma questo, scopriremo, ha un suo perché.
eravamo rimasti a questo dopocena a culonia, con tipo 130 invitati (faccio presente che al mio matrimonio eravamo 130 compresi i bambini). ora, direte voi, è un dopocena, ok, ma comunque avrà almeno offerto da bere...allora: l'acqua era del discount, pizzette e rustici erano ancora nella plastica e non c'erano alcolici. come al solito taccagna e micragnosa. voglio dire:  ho capito che hai un badget limitato, ma una crostata, due torte e un ciambellone fatti in casa costano all'incirca una ventina di euro, eccheccazzo. però, ecco, la musica c'era...non scordiamoci che lei è una cantante, cazzo, quindi: karaoke, musica, tutto quello che poteva servire a farla esibire. ma fin qui è tutto ancora nella (sua) norma.
la cosa assurda è stata che lei ci ha chiesto il regalo. ovvero ha detto a uno di noi "senti, perché invece di farmi magari il solito regalo, non vi mettete tutti insieme e mi regalate un contributo per il  mio nuovo pc o la macchina digitale?" a questo punto mi sembra inutile spiegare l'invito finanche al bidello di cui sopra: basti pensare che ha invitato a questa festa anche persone che non cacava di striscio da anni e che, casualmente, l'anno scorso non erano state invitate alla sua festa delle medie. ecco.
ecco, io ho trovato questa cosa di uno schifo talmente colossale, che non solo ho deciso in  quell'istante che alla sua festa non mi ci avrebbero vista neanche dipinta, ma mi sono anche rifiutata di versare un solo centesimo sulla poste pay aperta per l'occasione.
e lo so che magari sono fatta male io, ma io mai e poi mai ho chiesto a qualcuno un regalo. quando ci siamo sposati, tanto per fare un esempio, la qfs voleva farci mettere nella partecipazioni il biglietto del negozio in cui avevamo fatto la lista di nozze. le ho detto, né più e né meno, che non esisteva proprio, che chi avesse voluto muoversi in quel senso avrebbe chiesto, sua sponte, se avevamo fatto una lista e solo allora e su esplicita richiesta avrebbe avuto tutte le coordinate del caso. ed è andata così. alcuni hanno chiesto, altri no. e ho apprezzato i regali di tutti, sia quelli in lista che quelli fuori. poi, anche io purtroppo ho dovuto fare una scelta riguardo gli inviti: non potevo veramente permettermi di invitare tutti gli amici al ristorante, visto che solo di parenti miei eravamo un'ottantina. a quel punto, volendo comunque dividere un passo per me importantissimo con  delle persone che sono state parte importante della mia vita, ho organizzato un rinfresco. a questo rinfresco ho offerto da mangiare, da bere, confetti e bomboniera, accoglienza calda, chiacchiere, amicizia.
e già: perchè la cosa peggiore, se può esserci una cosa peggiore, è stata che lei non solo ha invitato tutti a culonia solo per risparmiare, non solo non ha praticamente offerto nulla ai suoi ospiti, non solo ha chiesto un regalo specifico (roba che se io avessi anche solo pensato di comportarmi in questo modo finanche a tre anni, ancora non potrei sedermi per le botte di mio padre...) ma si è anche permessa di  non considerare per niente quelli di noi (lalla e gre) che sono andati alla sua festa del cazzo. ma non solo non li ha considerati, li ha proprio sfanculati quando quei due, poveri illusi dalle buone maniere in cui sono stati cresciuti, le hanno chiesto di andare a cantare con loro una canzone. lei li ha schifati, dicendo che lei quel genere di canzoni commerciali non le canta. grande cantante dei mie coglioni, io le avrei infilato il microfono su per. razza di imbecille stronza, dovrebbe solo ringraziare se c'è ancora qualcuno che la sopporta e che non la manda a cagare di brutto.
chiaramente questi fatti, non essendoci andata (per fortuna sua: io, con  gli ormani da gravida che mi ritrovo l'avrei mandata potentemente affanculo seduta stante) li so per interposta persona. ma della persona che me li ha riferiti mi fido ciecamente e oltretutto rientrano perfettamente nel carattere del personaggio.
e lo so che non è giusto, che io non c'entro nulla, ma sono talmente incazzata per come ha trattato due delle persone cui voglio più bene che se l'avessi davanti la disintegrerei con le mie  mani...

lunedì 5 febbraio 2007

da oggi sono ufficialmente in maternità. la maternità mi verrà erogata a ottobre-novembre ma questa è un'altra storia.
da domani iniziamo il corso di preparazione al parto (a pagamento) in acqua e dal 23 quello dell'ospedale, speriamo servano a qualcosa.
da domani iniziamo anche il tuor de force per sistemare la stanzetta, anche se il lettino probabilmente lo avremo per marzo. ogni volta che guardo le tutine, i bavaglini ricamati o i piccoli regali dell'enp mi sale una commozione incredibile, poi mi ricordo che a giorni sarà il caso di iniziare a fare la valigia e quello che provo è una sensazione strana tra paura ed eccitazione, la consapevolezza che veramente nulla sarà più come prima.
nel frattempo la mia pancia è letteralmente esplosa ed ora si vede che sono incinta (beh, voglio dire, tra meno di 10 gg entro nell'ottavo mese!), la schiena inizia a dare problemi, il ferro è sotto zero, e la stanchezza regna sovrana. poi basta un calcetto dell'enp e torna una serenità cosmica che mi fa dimenticare tutto.
abbiamo prenotato la carrozzina, arancione, molto bella. ora dobbiamo comprare lenzuolini, completo per il lettino e paracolpi, ma li ho già visti da prenatal e prenderò quelli perché ne sono assolutamente innamorata.
è tutto così particolare...mi sembra di essere stata sempre incinta, come se questa fosse la mia dimensione ideale. la curiosità di conoscere mio figlio è tanta, ma non ho nessuna fretta di perdere questo momento che è solo nostro: quando gli parlo, lo accarezzo, canto per lui...

mercoledì 31 gennaio 2007

LE AVVENTURE DELLA FRA E L'ENP. #3: LA NANO'S ROOM


qui in casa la-tana si è deciso di stravolgere un po' l'assetto fisico della casetta in modo da prepararla all'arrivo dell'enp. chiaramente con un certo anticipo, visto che più va avanti e più fare ogni cosa qui diventa più pesante.
le cose sono andate più o meno così:
fra, col tono di chi la butta lì: sai tua sorella proponeva di fare la cameretta nello studio e non in quella giù in fondo
tiz, per niente convinto: ah
insomma, morale della favola, i due malcapitati decidono di valutare i pro e i contro della proposta ziesca.
la mamma prende la pianta di casa in autocad, disegna gli arredi e inizia a fare prove. ne esce fuori che lo studio è sì più piccolo ma con meno superficie di scambio di calore, che la stanza degli ospiti è l'unica da cui uscire a ritirare i panni stesi e che confina con un appartamento abitato solo d'estate quindi freddissimo.
il risultato è che la nano's room sta per cambiare location: dalla ex camera degli ospiti allo studio.
ora, questo si concretizzerà nello svuotamento completo di entrambe le stanze e della ricomposizione delle stesse circa 3 metri più in là.
un delirio.
nano se fossi in te prenderei questa pazzia dei tuoi genitori come segno tangibile del fatto che ti vogliono taaaaaanto bene...

lunedì 29 gennaio 2007

ricevo e mi perplimo infinitamente nel pensare a cosa ancora non abbia scritto qui di me...
vediamo:
1. alle elementari avevo un fidanzatino che mi adorava (lo so sembra strano, ero un bariletto con gli occhiali. dopo sono migliorata: ho messo le lenti a contatto...) e che mi ha regalato un anello d'oro, frutto dello scambio con non so quante gomme da masticare con un altro compagno. naturalmente non appena lo vide mia madre, l'anello tornò al dito della legittima proprietaria. per inciso, il mio primo fidanzatino aveva il padre architetto e pare che lui stesso ora faccia parte della medesima categoria. forse dovevo tenermelo stretto.
2. fotocopio praticamente ogni letterina di carta che scrivo. mi serve per rileggermi e capirmi, anche a distanza di anni.
3. ho una paura fottuta del mare aperto. per amore posso arrivare a salire su un traghetto ma sempre attaccata alla sedia come un bradipo
4. la parte che mi piace di più di me sono le mani, seguite dagli occhi e la bocca
5. una parte del mio sopracciglio sinistro è bianca. inspiegabilmente...

non passo la catena nessuno perché ho pietà, se vi va di farla, dite pure che ve l'ho passata io