giovedì 29 settembre 2005

POLVERE DI STELLE

Una famiglia normale nel bilancio familiare a momenti stenta a farci entrare la coca-cola figuriamoci la coca-ina. Se forse smettessimo tutti di cercarci miti al di fuori di noi stessi e delle persone reali le cose sarebbero più autentiche e migliori. tutti noi siamo speciali, in un modo o nell'altro. ognuno ha dei talenti. non vedo perchè idolatrare e imbottire di soldi giovani e meno giovani in base al loro essere belli o potenti. la droga, questa gente, la compra coi soldi che gli vengono da lacché o da ragazzine deficienti che urlano e comprano i giornali o i calendari. e la comprano per dimentare che spesso nella loro vita quelle sono le cose più autentiche. un uomo o una donna che i soldi se li guadagnano non li spendono certo per cose del genere. vergogna.

martedì 27 settembre 2005

PILLOLE DI WEEKEND


- da quando sabato siamo andati a vedere le fedi, tanto per farci un'idea, non riesco a non guardarmi l'anulare sinistro senza fare un sorriso compiaciuto e beota. e mancano ancora tipo 9 mesi
- pare che io sia diventata una sorta di blog-zia onoraria dopo la nascita dell'Erede, che finalmente ha un nome, anzi un doppio nome. Inutile dire che sono contentissima!
- finalmente abbiamo lo specchio. promemoria per me: il prossimo compralo in modo che il tuo culo non lo occupi tutto in larghezza ché il tuo ego potrebbe trarne giovamento
- prenotato parrucchiere per venerdì. chi si era perso la permanente di maggio ora avrà una seconda possibilità.
- andare a funghi di domenica pomeriggio non è una gran bella pensata. ci mancava poco che ci avessero lasciato il cartello "scemi, scemi". abbiamo salvato la faccia con quattro porcinetti cui è stato già reso onore con pizza e risotto  granotto (spettacolari direi, e a me i funghi piacciono pure poco).
- trovato il regalo per il megaultrawow matrimonio di sabato. permane la curiosità sul vestito della sposa: meringa?
- ennesima conferma che quando hanno distribuito l'intelligenza buona parte della mia famiglia, ramo paterno, era in bagno con la diarrea. mia cugina, una delle tante, doveva scendere con il pargolo e mia zia in occasione del Grande Evento Mondano. mio padre, dovendo andare a prendere sia loro che l'altra zia (che viene in autobus dalla calabria saudita) ha chiesto che arrivassero ad un'ora compatibile e in cui non fosse assurdo uscira da roma (si parla di venerdì sera, ricordo). ma così il bambino perde un giorno di scuola !?!?! Inaccettabile. vabbé il bambino rimane a casa. Sopravviveremo.
- la spalla fa male. non posso neanche pensare di alzare il braccio verso l'alto. comodo, soprattutto se hai deciso di attaccare quadri nei prossimi giorni.

domenica 25 settembre 2005

PERCORSI STUPEFACENTI


Se capitate nella zona di Follonica e per andare a Scarlino passate per Cassarello...Se all'altezza del Casone uno strano odore turba le vostre narici, se vi girate e vedete uno strano campo, non recintato, pieno di belle pianticelle che, cavoli, vi ricordano qualcosa, ma non può essere...Beh cicci non è un'allucinazione. E' davvero quello che sembra: marja.

mercoledì 21 settembre 2005

CORO, RELOADED


Il mio ark, gran persona, mi ha trovato un posto in un coro. Ci sono andata ieri sera. Non ci tornerò mai più, credo (mai dire mai, ma le probabilità sono davvero infinitesimali).
I motivi?
1. Il più piccolo tra loro ha il doppio dei miei anni. E non mi pare il caso, anche perché questo si somma a differenze dovute al diverso luogo di origine.
2. Il repertorio. Essenzialmente cantano in occasione di messe particolari (tipo il patrono, Natale etc) oppure fanno concerti. la musica è praticamente tutta musica da messa o comunque sacra. Abituata al barocco e agli spirituals, decisamente non è il mio genere.
3. Il modo di cantare. Da chiesa. Strascicando le vocali e liricizzando gli acuti. A me che, sarò una purista, il suono piace pulito e netto non c'è altro modo di cantare che dia più fastidio. Il vibrato sì, ma di qualità e quando serve.
4. Il collo non mi regge fino alle 2230. Probabilmente se non esistessero i punti di cui sopra tollererei meglio anche la rigidità cervicale che mi blocca a tartaruga, ma forse anche no.

Insomma per uscire da studio alle 19 e rimanere in giro fino alle 21 che inizia il coro (tornare a casa no, ché si spreca benzina) senza mangiare ché altrimenti il diaframma non collabora, ci vuole una gran bella motivazione. Che francamente non c'è.
E mi dispiace un sacco, ci speravo.

martedì 20 settembre 2005


Da quando abbiamo iniziato a pensare al nostro matrimonio, circa 1 anno e mezzo fa, io e Tiziano eravamo d'accordo sul fatto che lo volevamo semplice semplice. Spendiamo il meno possibile, l'importante è sposarci. E lo è ancora. Però.
Però era il mio sogno di bambina quello di sposarmi con un bel vestito bianco,i fiori, i confetti, i nastri... chiaramente avendo più o meno 5 anni non mi interessava per niente l'uomo che sarebbe stato al mio fianco. vedevo solo il vestito, largo (ah, ho iniziato a disegnare il mio vestito da sposa pressocché a quell'età), il bouquet, le damigelle, i capelli lunghi raccolti e acconciati. Il mio sogno, il mio primo sogno realizzabile. Mi è stata offerta la possibilità di realizzarlo, come lo voglio io. Significa affidarsi ancora a chi mi ha sempre dato tutto quello che poteva. Avremmo voluto cavarcela da soli, ma non ce la facciamo. Con il mio lavoro che oggi c'è e domani boh, con l'affitto e le bollette da pagare, con le tasse, con le spese mediche più o meno impreviste, noi un prestito non possiamo permettercelo. E mi spiace pesare di nuovo su chi mi ha portato ad essere indipendente. Veramente. Ma qualunque tipo di cerimonia o di rinfresco scegliamo non possiamo fare altrimenti, se non rendere la cosa non semplice, spartana. si potrebbe, ma francamente non è quello che vogliamo. La vita me ne ha uccisi abbastanza di sogni, se uno posso tenerlo in vita...
E mi ritrovo così ad essere grata a chi, anche a volte non facendone parte, ha sempre fatto in modo che i miei sogni si potessero avverare.


lunedì 19 settembre 2005

MAPPORC...


siete avvisati: questo è un post da scazzo. quindi se vi aspettate riflessioni sull'universo o fiorellini e cuoricini cliccate pure sulla X in alto a destra del vostro monitor e pace.

allora. mettiamola così: il 16 di luglio ho avuto un incidente. colpa lampantemente non mia: quella che mi ha tamponato non ha proprio frenato. trauma cranico commotivo, infrazione della clavicola destra e colpo di frusta.
a tutt'oggi ho dolore al braccio quando faccio certi movimenti, ho dolore al collo sempre (e quando torno a casa a pranzo e a cena devo stare almeno 10 minuti sul letto per scaricare i muscoli del collo), ho formicolii e gonfiore alle mani (specialmente la destra, of course) e infine la nausea. ma nausea mostruosa. fate conto che io non ho mai sofferto il mal di macchina, tanto che da quando ho iniziato a leggere ho sempre letto tranquillamente in viaggio. ecco. ora devo concentrarmi per non vomitare, altro che leggere. più di 20 minuti di macchina mi uccidono lo stomaco, anche se guido io.
in più sono quasi tre settimane che faccio fisioterapia alle 7 e venti del mattino per non perdere ore di lavoro. fisioterapia che, francamente, finora non mi ha fatto un cazzo non ha prodotto giovamento alcuno.
mettete che stamane sono andata, inviata dalla fisioterapista, dall'ortopedico. il quale mi ha fatto il certificato per l'assicurazione, mi ha segnato altra terapia e mi ha illustrato la situazione. mi seguirà lui. privatamente (ma questo lo sapevo o almeno lo immaginavo, quantomeno mi conviene perchè è ortopedico medico legale). quindi spenderò circa 70 eurucci a certificato e, signori e signore, circa 260 euroni per la perizia finale. considerando che finora non ho fatto aggiustare la 313 perchè non ho i soldi per farlo, potete capire la situazione. (potrei chiedervi anche di considerare che a fine settembre devo pagare 290 euretti di contributi e che a dicembre tra anticipo iva e contributi 2004 se ne andranno tipo 1200 euruncoli, ma non lo faccio altrimenti spacco tutto).
tutto questo per arrivare a sapere stamattina che al massimo mi daranno 4 punti e quindi circa 4000 miserrimi euro più rimborso spese. ma voi non avete capito un cazzo! andremo in tribunale se necessario. ma la mia salute e il mio disagio presente, passato e futuro valgono un bel po' di più. io con il braccio destro ci lavoro e se devo disegnare al tavolo per fare per esempio una proposta per un cliente ho dolore. col pc ci lavoro e a fine giornata il mio collo sembra masticato da uno schiacciasassi. con la macchina mi ci reco a lavoro e in cantiere e se ci permango più di un tot di tempo (già detto: autonomia stimata 20 minuti) vomito questo mondo e anche quell'altro. per non parlare del mal di testa che si accompagna a tutto questo. mi ci sveglio e mi ci riaddormento troppo spesso per i miei gusti. mi è stato detto che questo idilliaco stato di salute durerà per un altro po' (tipo 3 o 4 mesi, scemando) ma andrà via solo all'80%, ovverò rimarranno doloretti e fastidi che con il cambio di stagione o di tempo o con sforzi si rifaranno vivi necessitando di altre cure ed eventualmente riposo.
anche ora necessiterei di riposo. ma sono un libero professionista e nessuno mi paga le ferie o la malattia e io debbo mangiare comunque. e non solo, devo anche pagare le tasse (affinché altri, e non io, godano di ferie, tredicesime, malattie e maternità) e i contributi (affinché, prima o poi io abbia uno straccio di pensione e un po' di maternità). cazzo.
non so se sono più arrabbiata o ho più voglia di piangere.

mercoledì 14 settembre 2005


GEOMETRI, ARCHITETTI, VOLPI, UVA...


io odio i geometri.
no, non è una cosa personale. è proprio la categoria. o, almeno, quella parte della categoria presupponente e inacidita che ha l'aria del "sì non ho studiato di più perché tanto mi basta anche questo", tipico atteggiamento della volpe che non arrivando all'uva dice che è acerba. ecco. potevi studiare di più, noi tutti saremmo sopravvissuti. potevi dimostrare al mondo che vali di più di un titolo di studio preso a 18 anni. non l'hai fatto per motivi tuoi, perché non eri in grado, perché non ne avevi le possibilità economiche? va bene. però zitto. non mi venire a dire che gli architetti e gli ingegneri rubano il lavoro a voi in comune solo grazie al titolo di studio. io ti dico che voi rubate il nostro lavoro facendo ristrutturazioni che io potevo ideare a 16-17 anni. perché tesori miei se noi abbiamo studiato almeno 5 anni di più di voi qualcosa vorrà pur significare. se noi ci siamo fatti 4 esami di composizione architettonica e voi non sapete neanche cosa sia, se abbiamo fatto 3 esami di storia dell'architettura, 3 esami e un laboratorio di urbanistica, 3 o 4 esami di restauro, qualcosa dovrà pur significare, o no? perché mai una persona sana di mente dovrebbe farsi progettare una casa o una ristrutturazione da un architetto invece che da voi? forse perché oltre agli esami di cui sopra, che già basterebbero a motivare la scelta, noi facciamo anche esami di arredamento, architettura alla piccola scala, progettazione del prodotto di arredo... cosette così insomma. ah, pare che voi facciate i rilievi meglio di noi. ok, vi lasciamo il primato. tutto da dimostrare peraltro perché personalmente sono incappata in più d'uno dei vostri rilievi-perle e ho notato che avete la curiosa attitudine a farveli tornare senza faticare troppo, non sia mai tornare a prendere due misure in più (voglio dire 25 cm su una parete o 1 m su un terreno non mi sembrano dettagli trascurabili). ma va bene, i rilievi li fate meglio di noi, contenti?
e non venitemi a dire che, cavoli non è giusto, voi pagate la cassa più di noi. e ci mancherebbe altro! nei 5 anni in cui voi lavoravate, di solito al nero, percependo un compenso (quindi avendo entrate) noi pagavamo tasse universitarie, compravamo libri, compravamo il pranzo, pagavamo i mezzi pubblici, facevamo stampe, prove, compravamo i materiali per i plastici...insomma noi spendevamo. quindi lo trovo assolutamente giusto che voi ora paghiate più di noi visto che oltretutto il vostro titolo di studio vi permette di fare molte cose che in realtà la logica e il buon senso affiderebbero alla nostra competenza... quindi direi che possiate anche continuare a stare zitti. grazie.

indovinate, a questo punto, come è composto lo studio in cui lavoro...


martedì 13 settembre 2005

CANZONI


mi domando spesso perchè determinate canzoni siano in grado di darmi la serenità...le ascolto e sento come una pace interiore, un qualcosa che non so spiegare.
io sono molto sensibile alla musica, al timbro e alla tonalità. ci sono tonalità (le minori) che mi fanno vibrare qualcosa dentro e mi danno emozioni fortissime. sarà che sono un tipo malinconico. ci sono accordi e sequenze musicali che mi fanno piangere in automatico, come se qualcuno spingesse un interruttore. ma le canzoni che mi danno serenità hanno accordi, timbri e tonalità diverse tra loro.
stamane mentre facevo la fisioterapia, dopo una nottata quasi in bianco per il mal di testa, improvvisamente ho capito.
anni fa, molti, era il 1989, i miei presero in affitto una casa al circeo a luglio. casa nostra, anche nelle vacanze, è sempre stata un porto di mare. in quel mese vennero a trovarci colleghi di mio padre, amici dei miei, zii vari (la voglia di ospitare è congenita a quanto pare). e si usciva, ogni sera. si andava a terracina, si passeggiava, si prendeva il gelato, si chiacchierava. all'alba dei miei 13 anni vedevo quel mondo di luci e colori e lo trovavo bellissimo e pronto a ricevermi. mi vedevo bella e piena di possibilità. le minigonne mi stavano da dio e mi piaceva sentirmi osservata per strada. insomma ero piena di aspettative, serena, impaziente. il sonoro di quella vacanza erano canzoni non mie, non della mia età. mio padre aveva comprato dei cd degli anni 70, ne aveva fatto le cassette e le teneva in macchina. così mentre Venditti cantava "sotto il segno dei pesci" o Rino Gaetano "Gianna" io fantasticavo sul mio futuro spendido, sulle infinite future meravigliose estati a venire.
solo che.
solo che le cose poi non andarono affatto così. e l'estate del 1989 rimane l'ultima veramente serena della mia vita. l'ultima in cui ho sentito di potermi fidare della gente. l'ultima in cui ho fantasticato del mio futuro. dall'estate del '90 il futuro è diventato fatto di giorni, un passo alla volta e non sporgerti troppo in là ché puoi cadere, e lo sai. anni a programmare tutto per avere il minimo margine di incertezza, anni senza immaginare, senza sognare troppo, rimproverandosi ogni sogno e ogni aspettativa.
no, no. sono stata felice da allora. la cosa più bella della mia vita, il suo amore, me l'ha data Tiziano e me l'ha data dopo quell'estate. ma mi costa tanto ammettere che serena, no, non lo sono stata più.
che non ho creduto più a canzoni come credetti in quelle. che da allora ho dovuto fare i conti con qualcosa che, cavoli, non era proprio giusto fosse accaduto a me. che c'è sempre inquietudine e paura in un angolo del mio cuore. l'odio è andato via ma i segni restano. restano anche se ormai hai capito qual'era il tuo margine di colpa e ti sei perdonata.
però è da quel burrascoso periodo, da quegli anni a cavallo tra il 90 e il 92 che non scrivo più i testi delle canzoni sul quaderno, sul mio canzoniere. ci ho provato all'università ma non avevavo più lo stesso sapore. c'è un pezzo di una canzone di Baglioni che dice "a metà della speranza io cambiai percorso. e poi non ho più corso". ecco.
forse dovrei essere in grado di spiegare questo a chi mi chiede perché conosco i testi delle canzoni degli anni 60 e 70, poco di quelle degli anni 80, quasi nulla da allora. eppure la musica continua ad accompagnarmi e riesce a farmi esprimere benissimo. no, le parole delle canzoni le so. mi basta sentirle due volte e le ho imparate, è così da sempre. ma è come se trovassero una barriera. entrano dentro ma non possono andare in profondità.
però a volte, in una vecchia cassetta o in un cd, c'è una di quelle canzoni ed è bello, seppure per quei 4 o 5 minuti, sentirmi serena. totalmente.

venerdì 9 settembre 2005

INTUITE CHE LA GIORNATA NON SARA' DELLE MIGLIORI QUANDO...


dopo essere andata a dormire alle 23 e 30 circa, un tuono allucinante vi sveglia alle 2 e 40 del mattino. vi alzate e staccate le spine di tutti gli elettrodomestici in casa;
alle 4 e rotti vi sveglia il temporale del secolo e qualcosa come 10 (dieci) fulmini cadono ad una sputazza da casa vostra. stentate a riprendere sonno;
alle 6 e 30 la sveglia suona, vi alzate in coma e fate colazione con tè senza zucchero e fette biscottate;
la vostra fisioterapista (che avendovi dato l'app.to alle 7 e 20 di mattina per 10 gg consecutivi non rientra certo nella vostra top-ten personale) arriva con quasi un quarto d'ora di ritardo;
il vostro collo reagisce male sia alle correnti antalgiche che al massaggio: è più duro di molte altre parti anatomiche sia maschili che femminili;
arrivate a studio con un'ora di anticipo sull'orario di apertura (cosa che avete fatto nei gg passati e che farete per quelli a venire) e vi accorgete che la licenza temporanea del programma su cui state lavorando è scaduta e perciò il programma si apre all'incirca col cazzo;
fuori sta facendo le prove generali per il diluvio universale (l'acqua è sopra al marciapiede, per intenderci) e lavorare al pc con un tempo del genere non è esattamente consigliato;
tra circa un'ora il vostro uomo, impavidamente, vi verrà a prelevare per portarvi a fare il certificato medico che vi serve per l'assicurazione. la dottoressa è a 20 km dallo studio...
speriamo bene...

lunedì 5 settembre 2005

TEMPUS FUGIT...

un inizio di fine settimana con un amico di Tiziano ospite da noi, poi la partenza il giorno dopo per roma, da sola. un breve intervallo per parlare e confrontarsi. e riflettere.
ho sentito Milena venerdì, l'ho sentita serena, felice e mi sono sentita serena e felice.
un pensiero sul tempo che passa, "cinque anni fa se mi avessi chiesto cosa desideravo ti avrei detto un portatile, oggi vorrei un figlio. mi sento quasi vecchio". vecchio? no, Pier, hai trent'anni.

cinque anni fa Lei, Lui ed Io eravamo amici, un trio, un'entità e come tale venivamo considerati.

cinque anni fa Lei aveva una storia e una tresca. una storia che stava mettendo in discussione e una tresca che la prendeva tanto.
cinque anni fa Lui aveva flirt giocosi con ragazze allegre
cinque anni fa Io vedevo partire il mio uomo per un impegno che gli (e mi) avrebbe cambiato la vita. ero arrabbiata e cercavo avventure.

cinque anni fa Lei usciva e tornava alle sei del mattino
cinque anni fa Lui usciva e tornava alle sei del mattino
cinque anni fa Io uscivo e tornavo alle sei del mattino


cinque anni fa il problema principale erano gli ultimi esami, la tesi, la laurea. Oggi il problema è conciliare la vita e il lavoro.


cinque anni fa Lei immaginava il futuro a fianco al suo ragazzo in Olanda e forse con uno o due marmocchi
cinque anni fa Lui immaginava il futuro alla ricerca di una ragazza perfetta che superasse l'esame materno, sperava di trovarla e magari di farci uno o due marmocchi
cinque anni fa Io non sapevo come immaginare il mio futuro. le uniche cose certe erano che sarei rimasta vicina a mammà e mai e poi mai avrei accettato l'idea della convivenza, volevo l'anello al dito, io.


Oggi Lei ha un altro ragazzo. è felice. ha scoperto parti di se stessa che non aveva mai avuto occasione di affrontare e approfondire.
oggi Lui ha una storia, con un ragazzo. è felice. ha smesso di preoccuparsi di ciò che potrebbe far felice sua madre, pensa un po' di più a quello che fa felice Lui stesso.
oggi Io vivo felice, nella mia totale incoerenza.