venerdì 26 ottobre 2007

sei mesi fa, più o meno, iniziava la nostra vita da genitori operativi: usciti dall'ospedale, dove c'era sempre qualcuno pronto a dispensare consigli (più o meno utili e sensati), qualcuno cui dire "sono stanca, stanotte lo tenete al nido?", iniziava il nostro apprendistato nel ruolo di genitori di un fagottello roseo e tenerissimo ma completamente privo di libretto di istruzioni.
iniziammo l'avventura di orgogliosi neo genitori portando, quello stesso pomeriggio, il pargolo a fare una passeggiata al porto...la giornata era bellissima e calda, ci dicemmo: "perché no?" e ci prendemmo la partaccia di tutti quelli, nonni e bisnonni, che telefonando a casa quel pomeriggio non ci trovarono.
eggià, perché non te lo dicono che con la nascita dell'erede inizia pure il periodo delle partacce, del "ai miei tempi", del "il tuo pediatra è un idiota", del farti notare che sei una mamma imperfetta.
e poi capisci che è vero, che sei una mamma imperfetta. che non riuscirai mai a raggiungere quella perfezione da manuale che ti eri data come fine ultimo della tua esistenza.
fin dal primo istante di vita di tuo figlio, o giù di lì, c'è sempre qualcuno che ti dice cosa devi fare, come farlo, quando e perché...e il bello è che la maggior parte delle volte tu non hai chiesto nulla. e ti trovi a lottare perché vuoi allattare tuo figlio ma hai i capezzoli mezzi rientrati quindi lui si attacca sì (grazie: ha una fame della madonna!) ma dura poco... poi si stacca e rimane frustrato. e tu parti con le paranoie e lui con la fame. finché, da sola, scopri l'esistenza dei paracapezzoli e finalmente riesci ad allattare tuo figlio col tuo latte e poco ti importa se a contatto con la sua bocca non c'è la tua pelle, lo guardi mangiare e poi addormentarsi soddisfatto e scopri una delle innumerevoli sfaccettature della felicità. oppure vieni guardata male perché non lotti e non ti chiudi in casa per tre giorni senza contatti umani per farti tornare il latte che sta andando via... e sta andando via perché sta morendo tuo nonno e dalla sera alla mattina hai deciso di partire per salutarlo e fargli conoscere tuo figlio. e ti guardano male perché hai preferito passare al santo latte artificiale (che avrà sempre un altare in casa nostra) invece che continuare con poppate da un'ora ogni ora e mezza, di fatto preferendo dare a tuo figlio una mamma serena e non isterica piuttosto che il tuo latte.
in questi sei mesi ho fatto i conti con tante cose, con tante mie imperfezioni, con lati del mio essere mamma che chiaramente non potevo immaginare.
adoro mio figlio, quando lo guardo il cuore si riempie e qualsiasi cosa intorno a me può succedere, adoro coccolarlo e non faccio altro che sbaciucchiarmelo tutto.
ma...
ma non lo addormento in braccio cullandolo, non l'ho mai fatto.
non passo la giornata a guardarlo, né a giocare con lui.
mi prendo i miei tempi, cerco di coltivare i miei hobbies e non mi sento in colpa nel farlo.
se ho bisogno di aiuto, lo chiedo, demando, detto (insieme a mio marito, chiaro) le regole ma faccio in modo che anche gli altri le eseguano.
porto mio figlio con me pressocché ovunque, perché è parte della famiglia, della mia famiglia e tale deve sentirsi, fin da piccolissimo.
sono una mamma ferma, talebana, non cedo e non mi lascio convincere che per esempio un bambino debba giocare mentre mangia. se ha fame, mangia. punto.
e quando mi fermo a pensare alle cose scritte sopra per un attimo scattano ancora le paranoie... poi basta vedere mio figlio, constatare che è un bimbo sereno, che viene ovunque, che dorme tranquillamente da solo...allora capisco che sono sì una mamma imperfetta, ma che sono una mamma felicemente imperfetta.
e negli ultimi giorni pensavo che la gestione del fagottino è diventata una cosa automatica, come se nella vita non avessimo fatto altro; che prendersi cura di lui e delle sue esigenze è ormai assulutamente naturale, che ci sia abitua a tutto, tranne ai piccoli progressi e alle novità... come quando tuo figlio ti guarda, sorride, poi apre le braccia. e non sai se hai più voglia di piangere, di ridere o di fermare quel momento per riviverlo all'infinito.

lunedì 15 ottobre 2007

per una serie di simpatici motivi (tipo che ci sono stati problemi con l'assegno di rimborso danni dell'assicurazione ma nel frattempo abbiamo dovuto pagare: lettino PRG, assegno all'avvocato, assicurazione macchina, contributi, affitto e bolletta random) la fra all'inizio di ottobre, e cioè a tipo 10 giorni dalla disponibilità sul conto del suddetto assegno e a tipo quasi 20 giorni dal prossimo stipendio, ha scoperto di avere tipo 90 euro nel conto. attimo di panico. pensiero che altri due soldini da parte per fortuna c'erano e che esiste quella santa cosa chiamata carta di credito, ma nel tempo che il cervello ci ha messo ad elaborare queste informazioni la fra ha sudato parecchio freddo.
Questa cosa ha comunque permesso alla fra di fare alcune esperienze e riflessioni:
1. la pubblicità dell'ikea è geniale e vera. perché la fra, dark depression mode on, s'è recata al liddl e s'è detta: con 30-40 euro dobbiamo camparci una settimana. e, con questa forma mentis, è riuscita a fare una spesa decente, oculata e soprattutto economica. e ha scoperto che il preparato al cioccolato da mettere nel latte (tutto ma il latte bianco no) costa meno, è il doppio ed è buono uguale uguale a quello straconosciuto, ha scoperto che si possono spendere 0,75€ per un litro di latte buonissimo, che i biscotti sono praticamente gli stessi...insomma che tutta una serie di prodotti la fra, da oggi, li compra lì.
2. la fra attualmente non lavora. per scelta: sua e degli altri. la fra non lavora da febbraio ovvero da quando la sua datrice di lavoro le ha detto "per ora la mia mole di lavoro/clienti non mi permette di pagarti lo stipendio, mi spiace". e anche alla fra è spiaciuto, per vari e comprensibili motivi. ora che l'enp è nato la fra si chiede se tornare a lavorare o no. perché la fra avrebbe bisogno di un part-time e di nonni vicini. due condizioni non verificabili. perché la fra non può presentarsi in uno studio e pensare di dettare le regole, dicendo io posso stare solo la mattina...già mi immagino la risposta dell'interlocutore: e sti cazzi? ecco. poi, voglio dire, la fra ci proverà pure ma la fra è abbastanza realista. la fra è così realista che è convinta che anche ottenendo un part-time non svolterebbe la sua situazione economica: ci sarebbe da mettere in conto il nido dell'enp, la benzina per portarcelo e riprenderlo e per andare e tornare dal lavoro. a volte la fra pensa di aver sbagliato tutto, lavorativamente parlando. pensa che sogna un lavoro con orari determinati e fissi, con le ferie, la malattia e la maternità (mio figlio domenica fa 6, sei!, mesi e qui s'è solo avuta notizia che la mia domanda di maternità è stata accettata...). pensa che l'architettura difficilmente potrà darle questo. pensa che vuole un altro figlio e probabilmente lo avrà prima di ricominciare a lavorare. pensa che a livello emozionale, emotivo e via dicendo la sua vita è esattamente come la voleva lei, anzi che non riusciva a immaginare questa felicità da quanta è... ma a livello lavorativo...beh, lasciamo stare.

lunedì 8 ottobre 2007

quando ero incinta facevo acquagym. due volte a settimana, se non tre. e facevo sempre tutti gli esercizi. ma sarà che la geografia del mio corpo cambiava di giorno in giorno, sarà per una forma di autoprotezione che il mio corpo stesso attuava nei confronti dell'enp in progress...gli addominali non li sentivo più. facevo gli esercizi e nella realtà li usavo regolarmente (tanto più che al momento delle spinte so' andata come 'n treno...)...però proprio non li sentivo. una pacchia.
ora sono tornata ad acquagym. e sarà che il mio corpo s'è ricomposto nella situazione pre-enp (tranne il coccige che a quanto pare non ha ancora ritrovato la location migliore), saranno tante cose...ma stasera gli addominali potevo contarli fibretta per fibretta. AUCH!

venerdì 5 ottobre 2007

ancora non s'è trovato tempo di adempiere ai doveri casalinghi dello stiraggio...solo che nel frattempo si sono aggiunte altre tre lavatrici   
ma quanto sporchiamo?!?!?!  
l'enp lunedì ha iniziato la piscina...ha sguazzato tutti i quarantacinque minuti (alla faccia del "ma, sa, le prime volte di solito si stancano presto"), non è stato fermo un solo nanosecondo ed è stato un bravo ometto!
e, sempre in tema cambiamenti ed evoluzioni, s'è iniziato con le pappe! per ora alterniamo crema di riso e crema di mais e tapioca e da due giorni abbiamo aggiunto anche il liofilizzato di carne e siamo passati al latte 2. l'enp mangia con gusto e la mamma inizia ad avere un certo sospetto che si sia stufato del latte perché lo gradisce meno di prima...ma, voglio dire, se puoi scegliere tra latte e agnello...   nel frattempo...cresce. e cresce tanto. e non solo perché pesa quasi 9 kg ed è lungo tipo 69-70 cm (che la gente mi chiede: gattona? e io: "...ha 5 mesi!" e la gente ). l'enp è un bambino curiosissimo e con una capacità di concentrazione mostruosa, è capace di starsi a guardare la manina e studiarsela per mezzora... e poi ride spesso e sorride sempre. è un piacione incredibile e come sente che una donna gli fa un complimento ride e fa finta di essere timido, sembra un fumetto...è buffissimo! ora dorme nel suo lettino e nella sua stanzetta, si addormenta da solo abbracciato al suo peluche preferito e la mattina lo troviamo ruotato di un angolo variabile tra 90° e 180°. da bravo torello è uno che vuole gestire: se ha sonno ma ha deciso che non vuole dormire, gli calano fisicamente le palpebre ma lo vedi che lotta per far andare le cose come dice lui (mala tempora currunt). ha una palestrina musicale e adora farla suonare muovendo i personaggi. e poi...è innamorato della musica: a volte si accoda al ritmo di quello che stiamo sentendo e sembra voglia cantarci appresso.
io...beh, io lo adoro. e ancora non mi rendo conto che davvero l'ho fatto io, che ho potuto creare qualcosa di così bello. e io mi rendo conto che la vita che volevo è questa, niente di più (tranne almeno un altro erede). che sono felice, che non mi manca nulla. che sono stanca ma poi basta il sorrido della buonanotte o del buongiorno e sto bene. come non lo ero mai stata.