in questi ultimi giorni ho ricevuto una bellissima notizia. Due nostri carissimi amici daranno un cuginetto a Piergiorgio tra qualche mese...non ce lo aspettavamo…avevamo sempre pensato, ci avevano detto, che aspettavano di poter tornare a casa loro (stesso mestiere, stesso destino) e ora abbiamo scoperto che in realtà erano 5 anni che aspettavano questo momento. Un po’ ci sono rimasta male, un po’ ho capito perché non ci abbiano mai detto la verità.
5 anni…60 cicli più o meno…
5 anni…60 cicli più o meno…
e mi ricordo i tre cicli, brevi, intercorsi tra il “siamo pronti per avere un figlio” e l’arrivo dell’enp. Tre cicli fatti di lacrime e paure, quando il responso non era quello che volevo io e mi chiudevo nel bagno di studio a piangere e ne uscivo con gli occhi rossi.
Neanche tre mesi e a me sembravano tre secoli. Stavo affrontando la mia più grande paura, quella di non riuscire ad avere un bambino. E nel momento francamente meno opportuno, due giorni prima della morte del mio capo, tre giorni prima di un’ustione solare di secondo grado su una gamba, il giorno stesso in cui erano arrivati i 100 stick per monitorare l’ovulazione ordinati dal Canada…è arrivato l’enp.
E quel ciclo me lo ricordo perché avevo tanti di quei cavoli per la testa che francamente non ci pensavo proprio. Ero senza lavoro e soprattutto ero schifata e arrabbiata per come stavano andando le cose. E non mi insospettì neanche il bacio a bruciapelo che Ale mi diede sulla pancia, forse lei lo percepì ancora prima di me. So esattamente quando è stato concepito l’enp e il bacio che Ale mi diede quel giorno coincide coi tempi previsti dell’annidamento. Se ci ripenso mi commuovo ancora adesso.
E mi ricordo la sensazione, il fatto di sentirmi diversa fin da subito, il test fatto 5 giorni prima che si potesse anche solo parlare di ritardo, mi ricordo la contentezza e l’incredulità di fronte a quel test quasi olografico. E poi, un mese dopo, la prima ecografia, quel piccolo girino tutta testa con un cuore forte forte e velocissimo. La prima grande emozione della mia vita.
E non so neanche trovare le parole per spiegare quanto sono felice per loro, perché sono persone speciali, perché un bimbo è una cosa meravigliosa, perché guardo la sua pancetta appena accennata poi guardo l’enp…e capisco che, veramente, il senso della vita è tutto lì.