martedì 28 settembre 2004

sabato 25 settembre 2004

Riemergo da una piacevolissima congiuntivite che mi costringe agli occhiali (e chiunque sia portatore sano di lenti a contatto capisce la tragedia) da ormai 3 giorni.
oggi pomeriggio ho chiamato un’Amica, è stato bellissimo. Abbiamo parlato con profondità, avrei voluto abbracciarla e farla stare meglio per quanto possibile, anche se in questo momento deve imparare a stare meglio con se stessa, ed è un percorso che deve purtroppo fare per la maggior parte da sola. Ma oggi ho ricevuto un Dono, il Dono delle sue emozioni, dei suoi pensieri, dei suoi dubbi, di qualcosa di profondo della sua vita…e per questo Dono le sono infinitamente grata e anche se non gliel’ho detto espressamente spero che lei abbia capito che le voglio veramente molto bene, spero di poter fare qualcosa, in questo momento posso solo esserci, per quando lo vorrà e ne sentirà il bisogno.
è da questi Doni che capisco quanto una persona sia importante nella mia vita…e mi rendo conto che per me è molto difficile darne. Una cosa del genere mi è successa una sola volta, con uno scritto…una di quelle cose che sei seduto alla tastiera scrivendo ad un amico e tutto ad un tratto i pensieri finiscono su carta senza passare per la parte razionale del tuo cervello. E tu finisci su carta, coi tuoi ricordi, il tuo vissuto, gli odori, i colori, i desideri, le paure, tu sei più che nuda e i tuoi vestiti sono diventati caratteri e lettere che formano parole di senso compiuto…quegli scritti, in totale una decina di pagine, sono ciò che di più intimo io abbia mai dato ad una persona, non è un caso che solo quattro persone, oltre me, li abbiano letti. Dare me stessa per me è veramente difficile…c’è stato un periodo in cui ne avrei avuto un grande bisogno, ma erano cose così grandi e personali che non avrei potuto dividere con i miei coetanei quattordicenni. Rileggendo il mio diario di allora mi sono resa conto che neanche lì riuscivo a tirar fuori quello che veramente mi squassava l’anima…mi è stato tolto molto, la cosa più grande che ho perduto è stata sicuramente la capacità di riporre fiducia in qualcun altro. C’è una sola persona di cui non ho mai dubitato fin da allora, ed eravamo praticamente poco più che amici, e non a caso è la persona con cui ho scelto di dividere la vita. Quattordici anni fa mi dicevo che ero stata fortunata perché avevo riportato a casa un pezzetto di pelle…a conti fatti ho perso molto di più. Ho perso la capacità di vedere il mondo con ingenuità, ho perso la possibilità di credere che gli esseri umani sono buoni a priori, ho perso la capacità di raccontarmi, di sfogarmi, di tirare fuori il mio mondo interiore. Ho paura di mostrarmi vulnerabile, ho paura che le mie debolezze possano essere usate contro di me…so ascoltare, so capire, so consigliare se richiesto…ma non so parlare di me. Sto piano piano reimparando, ma è difficile. E lo so che potrebbe sembrare offensivo nei confronti degli amici ma non posso farci nulla. Io parlo di me in realtà. C’è stato un periodo in cui parlavo molto di quello che mi era successo ma parlavo in  termini di fatti, mai di emozioni…forse perché parlando dei fatti toglievo il mio vissuto e soffrivo meno. Anche con Tiziano è sempre stato così…ma con lui è anche più difficile e per questo di quelle quattro persone è stata l’ultima a leggere quelle pagine…parlare con lui del mio vissuto è strano: da un lato sto male io nel ricordare, dall’altro ho la consapevolezza che sta male lui, anche se non me lo dice lo sento irrigidirsi nel letto…sento che si sente inadeguato e ferito dal non aver potuto evitare quelle cose alla sua donna. E così non parlo. Sono andata avanti anni e anni a dire che “si, va tutto bene, ora mi passa, non è niente, si lo so sto ingrassando ma sai è che mi piace mangiare”. Stronzate. È che il cibo non ti tradisce, le persone sì. Tutto qui. Semplice no? Io lo sapevo, ma avevo semplicemente paura di fidarmi di nuovo. Avevo Tiziano ma non mi bastava, lui è tanto ma non è tutto il mondo, non ci può bastare riporre il nostro patrimonio di fiducia tutto in una sola persona. Ora ho semplicemente capito che anche io merito di essere felice, ergo posso esserlo. Nessuno ha più in tasca le chiavi della porta che chiude il mio mondo da quello esterno e Barbara sta tornando ad essere una persona qualunque. Ma il Dono, la Confidenza…ho ancora paura…



martedì 21 settembre 2004


Un po’ di tempo fa, per gli annali: ad agosto, ho ricevuto una telefonata da un’amica (?)…amica che vive in un mondo completamente tutto suo, che pensa in funzione di sé e dei suoi problemi, che si piace, si ama tanto, ma tanto.
Insomma al telefono si lamentava del comportamento di una nostra comune amica rimproverandole il fatto che non si era posta il problema di cosa lei (porella) facesse durante le vacanze prima di pianificare le proprie, di vacanze. Da lì ha attaccato un pippone della madonna su come lei sia sempre stata disponibile, sul fatto che chiamava sempre lei e l’altra non si faceva sentire, sul fatto che visto che erano amiche, praticamente sorelle, lei doveva venire prima di ogni altra persona, sul fatto che l’altra le avesse preferito a sua volta un’altra persona per raccontare la sua vita, esporre i suoi problemi, uscire etc. insomma una sbomballata di marrones. Io ho inserito il pilota automatico del mugugno di partecipazione e l’ho lasciata parlare.
Poi mi sono sentita una merda. E per due ordini di motivi:
1. la ragazza andrebbe svegliata. E i miei mugugni invece alimentano questo suo mondo onirico in cui la vita va esattamente come la vuole lei. Liv in wonderland, e non a caso visto che anche lì il bianconiglio (leggi ipotetico uomo della sua vita: intelligente, alto, bello, laureato, che sappia cantare, ballare, ricco…insomma l’uomo della strada. Via Dei Condotti, però) continua a scappare. Solo che svegliarla impegnerebbe moltissime energie emotive e non servirebbe a nulla. Diventerei io la stronza e lei la povera vittima. Sono una pessima amica? Probabile, anzi certo. Io le voglio bene, ma lei ha bisogno non di amici che le vogliano bene, bensì di un pubblico. Che la applauda.
2. Mi sono accorta, ripensandoci, di essere stata così anch’io, con Lei. La differenza, sostanziale, è che io non ero incazzata ma ferita da comportamenti che mi escludevano dalla sua vita e che pur di non dire che Lei era stronza pensavo di essere io a non meritare di più. Amore? Immaturo, senza dubbio. Però ho capito cosa c’era dietro al "mi asfissi", e non mi è piaciuto. Mi sono chiesta: ma davvero anche tu eri così? Con la massima obiettività di cui sono capace ho dedotto che lo ero, anche se non a quei livelli, che non si trattava di "lesa maestà" ma di amore, di sentirmi inadatta e rifiutata. Ma quello che appariva era lo stesso, cazzo. E mi viene da chiedere scusa, perché allora ho esagerato e anche parecchio quando un anno e mezzo fa ho chiuso i ponti…sono stata acida, cattiva, intransigente. Come un’amante gelosa, come un pretendente rifiutato. Chiaro che dietro alla chiusura del nostro rapporto c’erano anche molti altri fattori. Lei si stava allontanando e io ho stretto tutto quello che potevo per averla sempre vicina. A Lei è venuta ancora più voglia di scappare. Me ne rendo conto solo adesso. Ma Lei non ha saputo mettersi in discussione per me, in un momento che per me era terribile non ha saputo far altro che mettermi addosso un comportamento preconfezionato che a Lei avrebbe calzato a pannello ma che a me stava decisamente stretto. E nel momento in cui stavo affogando ho deciso di reagire e la mia reazione a quel punto passava necessariamente per una presa di coscienza di me stessa che sarebbe stata impossibile con Lei vicino. Perciò ho tagliato, con rabbia. Un taglio netto, fatto col bisturi. Non mi pento di questo taglio, era necessario, anche se Lei mi manca, anche se Lei era Lei…mi spiace per la rabbia che ci ho messo, che a questo punto mi sembra retrospettivamente eccessiva. Mi spiace per non essermi resa conto della mia morbosità, della mia poca autostima che ricercava continuamente rassicurazioni. Mi spiace per averla caricata di pesi e aspettative che non era giusto avesse. La cosa più giusta da fare sarebbe chiedere scusa veramente…ma come farle capire che non mi pento dell’azione ma del modo? Servirebbe probabilmente solo a me per assolvermi, forse per stare meglio. Mi dispiace, veramente…e mi dispiace ancora se penso che lei non lo saprà mai…





sabato 18 settembre 2004

Detesto i ragazzini che sembrano vittime della mente malata di un parrucchiere sadico che si permettono di esprimere giudizi sugli altri;


Avrei volentieri operato di adenoidi, a mani nude e senza anestesia, quella cretina che al mc donald continuava a ripetere con una graziosissima voce nasale  (la figlia naturale di un asino e di Eros Ramazzotti per capirci) a quel porello del suo ragazzo “hai capito che ce vojo er tost?”;
La mia teoria del “chi nasce stronzo muore vigile urbano” (non me ne abbiano i vigili e i loro parenti che passano di qui, ma io uno intelligente non l’ho ancora trovato) trova ennesima conferma nel fatto che se normalmente per fare il semaforo di cinecittà ci vogliono tre-minuti-tre stasera ce ne sono voluti venticinque;
Credo si debba spiegare ai bambini che il disney store  non è la versione economica di eurodisney e perciò urletti, corse, strilli e giochi non sono propriamente apprezzati da chi è lì solo per vedere se trova qualcosa di carino per sé o per gli altri;
Avrei volentieri morso a sangue la ciccia delle cosce della commessa che mi ha detto con “come non lo sai?” stampato in fronte che le scarpe della Camper su cui stavo sbavando non solo non le avevano ma essendo della passata collezione “sa, noi tutte le vecchie collezioni le rimandiamo in Spagna”…olè;
Non sopporto i ragazzini che non sanno far altro che parlare di sport, del cellulare che ao’ è popo figo e le ragazzine che stupite da cotanto cervello li guardano adoranti;
Sono incazzata come una biscia per non aver trovato nulla che mi emozionasse in una libreria dove i libri stavano al 50 e al 75% di sconto;
Vorrei lanciare una nuova campagna elettorale: più deodoranti per tutti.


Insomma se ci sono giorni in cui la vita ti sorride, oggi non è uno di questi



A che riga avete capito che sono in piena sindrome premestruale? ß a proposito di giramento di palle, domani viene Tiziano…










venerdì 17 settembre 2004

TIC-TAC


ad un certo punto, scatta. e suona, e non puoi ignorarlo.
no, non è la sveglia, è il tuo orologio interno...che ti dice guarda che è ora. ora di fare qualsiasi cosa: andarsene da casa, innamorarsi, lasciare qualcuno, partire per un viaggio con se stessi. tu stai lì tranquillo per i cavoli tuoi e lui "è-ora, è-ora". a volte non ti permette di ignorarlo perchè ti logora da dentro.
il mio orologio interno lo dice in continuazione in sordina, poi ci sono dei momenti in cui urla.
questo è uno di quei momenti.
e lui continua a ripetermi "ma-mma, ma-mma" che non è un intercalare dubitativo di un balbuziente, purtroppo.
insomma vorrei un figlio. lo desidero con la testa, con il cuore, col corpo. se la persona con cui dividere l'esperienza dell'eventuale fecondazione fosse decisamente contraria e spaventata dalla paternità, allora me ne potrei fare una ragione...ma Tiziano non lo è, anzi.
Ci amiamo, stiamo per andare a convivere con l'obbiettivo di un matrimonio al più tardi tra un anno e mezzo, abbiamo trovato la casa...tutto quello che manca è il mio lavoro su, tutto quello che ancora c'è in più sono 20 chili da buttare giù. quindi, voglio dire, non è una cosa irrelizzabile, basta aspettare...voglio dire Fra, hai aspettato 12 anni un altro annetto che differenza può fare?
razionalmente nessuna, ma quel bastardissimo orologio continua senza tregua.
so che se ne parlassi con Tiziano lui mi direbbe che lo vorrebbe anche lui e che appena sapremo di potercelo permettere (in termini di soldi e peso) avremo un piccolo erede...
ma adesso, qualcuno conosce un metodo per spegnere questo dannato orologio?










mercoledì 15 settembre 2004


IO SO CHE TU SAI CHE IO SO


La recente chiusura, spero non definitiva di un blog che leggevo quotidianamente ha portato alla ribalta il tema dell’outing…altrimenti detto: e se mi scoprono?
Già…e se mi scoprono?
Quanto mentiamo su questi blog? Quanto siamo noi stessi? Quanto ci fingiamo fighi per accattare un accesso in più (che poi sta cosa non l’ho mica capita…mica ci sono i premi come al supermercato…)? Chiaramente anche a me fa piacere vedere che oggi passano di qui più persone di ieri, mi piace che la gente commenti. Ma non perché mi fa sentire più amata, più apprezzata, più sicura. È solo una questione di possibilità di scambio di opinioni. La mia vita è quello che è, non posso inventarmene un’altra per compiacere il mio ego e alimentare le masturbazioni virtuali di chi passa di qui. L’unica tentazione a cui cedo è quella di usare l’ironia, quella che uso nel raccontare le cose a voce e che magari nel diari di carta è più difficile che venga fuori perché ha bisogno di un pubblico. Ma, ironia a parte, cerco di non travisare mai i fatti. Ma se non fosse così, chi mi legge non lo saprebbe comunque mai. E se fossi in realtà una cinquantenne con un matrimonio finito alle spalle e tre figli a carico? Se fossi un giovane uomo sulla quarantina che ha voglia di divertirsi? Potrebbe esserci chiunque al di là di questo monitor.
Ma io sono io. Non ho mai finto di essere qualcosa che non sono solo per rendermi più interessante. E con questo non intendo criticare chi invece si inventa un personaggio, è un gioco, basta che non ti sfugga di mano.
E se i miei amici leggessero questo blog? Se lo leggesse Tiziano? Se lo leggesse Lei?
Cambierebbe qualcosa? No.
Forse quando andrò via dirò a qualcuno degli amici (probabilmente Greg) di questo blog, sarà forse un modo per tenerci più in contatto. Per il resto una delle mie amiche già lo legge (e uno dei motivi per cui non so se dirlo agli altri è proprio la tutela della sua privacy). Tiziano lo sa che ho un blog, ogni tanto mi stuzzica, non ha l’accesso ad internet perciò non può venire a leggermi, ma se anche lo facesse non sarebbe un problema, ogni cosa che è scritta qui dentro è qualcosa che lui già sa. Per quanta riguarda Lei…beh, onestamente è la visita che temo di più, per tanti motivi.
Ma se anche la mia identità venisse scoperta non mi cambierebbe certo la vita.
La mia vita è stata sempre tesa verso la ricerca della sincerità e della chiarezza. Quando non sono stata sincera, non per mia scelta, ho sofferto moltissimo, perciò penso proprio non valga la pena di fingere per guadagnare notorietà. Quando voglio la finzione, scrivo, è vero, ma non pubblico qui. Ho un progetto di libro nella testa e nel cassetto, ma è mio, neanche Tiziano lo conosce e probabilmente nessuno lo conoscerà mai…quando scrivo, da sempre, lo faccio come se mi rivolgessi ad un pubblico, ma scrivo per me, per rileggermi, capirmi e non permettermi facili indulgenze od oblio.
Questo blog per come è strutturato attualmente non mi rappresenta appieno: tutta la parte adolescenziale della mia personalità non ha ancora trovato sfogo, per mancanza di tempo e perché sono pure poco capace (a dirla tutta): presto qui troverete le faccine con il mio stato d’animo, disegnini e pittogrammi, wish list, shopping e altre cosettine. Ma le troverete perché fanno parte di me, non perché a voi potrebbe far piacere trovarle. Perché le trovereste pare pare anche sul mio diario di carta. Se poi questo farà venire più o meno gente su questi lidi, francamente non mi interessa. Non inseguo nessuno. Sto conoscendo gente interessante, gente che vorrei aiutare, conoscere, capire e a volte il limite imposto da questo monitor è proprio duro.
E voi? Chi pensate, fingete, affermate di essere?











lunedì 13 settembre 2004

Ho appena finito di ripulire il mio armadio da tutte le cose che ormai non mi stanno più…in pratica circa 10 paia di pantaloni sono finiti nello scatolone del ‘non si sa mai’ che però non porterò con me…sono soddisfazioni…
laNicka in un commento mi ha fatti ripensare alla canzone Mary dei Gemelli Diversi…se la conosco? Ce l’ho marchiata a fuoco sulla pelle…stasera l’ho risentita…ho dovuto metterla a ripetizione in modo che tornasse canzone. Sono scappata anche io anni fa…l’università, Tiziano…non mi avrebbero in realtà impedito di frequentare la mia città,  la mia è stata una vera e propria fuga…non volevo vedere ed essere vista. L’anno scorso ho iniziato a lavorare proprio al centro di questo posto che ho odiato con tutta me stessa per il suo provincialismo e per i suoi giudizi pesanti e senza appello. 14 anni fa la gente sapeva, sapeva di me, sapeva di Barbara, nessuno ha mosso un solo dito, né la lingua per chiederci se andava tutto bene. No, non andava tutto bene. Ma la gente pensava più ad alimentare la sua morbosità e ad appiccicare etichette. Quel cartellino del prezzo non me lo sento più tra le scapole solo da poco tempo. Lavorare qui alla fine mi ha aiutato ma tornare la sera col buio i primi tempi era una lotta con me stessa. E ora vado via di nuovo ma stavolta non è una fuga, vado via a testa alta…tempo fa una persona a cui voglio molto bene mi disse che ora che uno dei due è morto ha deciso che non si farà seppellire in quel cimitero perché è stato sporcato…credo sia quello che provo anche io…se non ci fossero i miei qui credo non ci tornerei mai più. Ho scoperto l’odio, e so che non potrò mai tornare indietro…l’amore passa, si trasforma, diventa qualcos’altro…l’odio è assoluto, senza ritorno, senza perdono, senza pietà. Ed è una liberazione perché finalmente proietto fuori tutto il disprezzo che avevo provato per me stessa. Ma non è così facile. È anche una condanna, a vita, e lo so. Perché è imprevedibile perché non so quando uscirà fuori con violenza e volgarità…perché lo capisco solo io. Se fossimo tanti a provarlo per lo stesso motivo, allora si smorzerebbe, ne divideremmo il peso. Ma sono sola, questo peso è mio e so che ci devo convivere. Forse un domani scomparirà, forse mi sentirò persa, forse sollevata. Per ora fa parte di me in maniera indissolubile.
mi spiace per questo post così riflessivo e triste, ma stasera sto così, domani è un altro giorno, si vedrà…



sabato 11 settembre 2004

"Nanni ha fatto un miracolo" "si se ci ha guardati sarà stato felicissimo"
questo scambio di frasi tra mio padre e mia zia (la moglie di zio Nanni) sintetizza tutta la giornata di oggi...una giornata che ci ha visto tornare famiglia dopo anni e anni di lotte intestine, invidie, stupidità...alla mia tavola oggi eravamo in 15, una piccola parte di tutta la famiglia, ma quasi tutti i fratelli di mio padre...a parlare serenamente, a condividere pensieri e cibo, anche a ridere... Domani saremo a pranzo da uno dei fratelli di mio padre, uno zio con cui mio padre non ha mai avuto rapporti sereni...poi ci sarà il Battesimo di Eleonora, perchè la vita va avanti, lo avrebbe voluto anche zio Nanni...e, mi piace pensare che sarà contento di questa ritrovata armonia familiare, armonia che non c'era dalla morte di mio nonno 23 anni fa.
E' stato il conciliatore e il paciere per antonomasia in vita, continua anche nella morte...c'è gente che continua a fare del bene anche quando non è più accanto a noi fisicamente...credo si possa definire Amore...



venerdì 10 settembre 2004

stanotte Tiziano ha dormito da me, papà è ancora su perchè oggi c'è il funerale, domani lo tumuleranno qui, so già che sarà una giornata pesante...anche perchè zia dormirà da noi, per la prima volta in un letto singolo...vorrei saper e poter fare qualcosa per un dolore come questo.
purtroppo Tiziano stamattina è ripartito, era sceso per un concorso, non ha licenze e non potrà venire domani, mi sarebbe piaciuto ci fosse stato anche lui...stanotte l'ho raggiunto nella camera degli ospiti e, stretti in un letto singolo (ora è possibile!), ci siamo divisi pensieri, sogni e perplessità, abbiamo fatto l'amore...è stata bellissimo, sono scivolata via e tornata furtiva nel mio letto di sopra...ho dormito serena come non mi accadeva da tanto tempo.


giovedì 9 settembre 2004


Le persone tendono ad arrabbiarsi spesso, molti lo fanno anche quando in una discussione hanno torto, come se la forza della voce e la violenza dell’attacco fossero più potenti della forza delle idee. Io zio Nanni non l’ho mai visto arrabbiato. Una persona buona, un uomo che non ha mai espresso una critica sterile, che non ha mai sparato giudizi sulla gente, un uomo speciale. Una persona che sapeva ridere di se stessa, che si faceva mettere in mezzo ed era il primo a scherzarci su. Quando è entrato nella famiglia di mio padre, lui aveva appena 3 o 4 anni (tra mio padre e mia zia ne passano 17) e per lui zio Nanni è stato un punto di riferimento, forse come un secondo padre. Per me è stato lo zio che quando veniva era una festa…è l’unico dei miei zii ad essersi sempre informato di come andava la mia vita, l’unico che lo abbia fatto senza il secondo fine di paragoni o competizioni.
E da ieri non c’è più…stava male, era stato operato venerdì ma i medici avevano detto che era andato tutto bene, che avevano tolto tutto quello che c’era da togliere e poi il fulmine a ciel sereno: sta morendo, una complicanza, forse era troppo debole per l’intervento.
E io lo so che rispetto a quello che sta succedendo nel mondo questa morte quasi non ha peso, da ieri cerco di ripetermi che devo vivere il mio dolore inquadrandolo in una prospettiva più ampia per ridimensionarlo. Ma non ci riesco proprio. Non ci riesco guardando Ale che cerca, lo vedo, di darsi un contegno ma le lacrime le scendono da sole dagli occhi, non ci riesco pensando che al mio matrimonio era uno dei pochi parenti che avrei invitato per la gioia di vederlo e non per obbligo sociale, non ci riesco pensando a tutte le volte che, quando ero piccola, parlando di me, ridendo, ha detto a mio padre : "auguri, questa ti darà del filo da torcere"…
Non ci riesco se penso che ogni volta che gli chiedevamo quando lui e mia zia sarebbero scesi a trovarci (abitavano a Lecco) lui rispondeva: " a fichi nuovi"…i fichi nuovi sono arrivati, ma non potremo mai più gustarli insieme…




martedì 7 settembre 2004

Giornate positive, sono riuscita per un po’ a dimenticare l’angoscia che mi stava affogando…non ho deciso di fare come gli struzzi, ma questa cosa mi stava sopraffacendo e me ne sono tirata via in tempo prima di scadere nel pessimismo e nella depressione, seriamente non riuscivo più a dormire.
invece ieri sera una piacevolissima sorpresa, ho trovato una sua mail nella “nostra” casella, ho capito che è stato qui, è stato molto bello, grazie di essere passato di qui specchio, e veramente in bocca al lupo anche a te per tutto…io e te non possiamo vivere nella stessa quotidianità, ma nessuno di noi due potrà dimenticare l’altro…
questa cosa mi ha fatto andare a letto serena come non lo ero da giorni, come volevo esserlo da tempo, ho anche pensato a Lei, ma in maniera confusa, soft, ho voglia di vederla…
oggi sono stata al controllo e ho seriamente pensato che il dottore mi abbracciasse…era entusiasta! Il responso è che sono arrivata a –22 kg tondi tondi e soprattutto nel perderli ho perso solo 2 etti di massa magra! Ad un certo punto mi fa:
Doc: lei vorrebbe apparire in televisione?
Fra: O___° scusi in che senso? [tipo in un concorso per obesi?]


Doc: no, sa è che c’è un documentario sui problemi dell’obesità e parleremo del palloncino, faremo vedere l’intervento di rimozione, ci sarà un intervista…vede lei è un caso modello, bisogna far capire alle persone che il palloncino da solo non basta, che bisogna essere motivati e costanti nella dieta, che da solo non risolve i problemi…
Fra: va bene, ci penserò…però se pensa che io mi metta in costume davanti ad una telecamera con lei che mi prende le misure, se lo può scordare! [l’omino Michelein dei poveri, no grazie, sto cercando di smettere…]
Doc: non si preoccupi, piuttosto ha delle foto di prima di mettere il palloncino?
Fra: no?!? Sa non amavo molto farmi fotografare…[anche perché da sola riempivo l’obbiettivo, sa com’è]
Doc: va bene mi faccia sapere…


Allora…io mi vergogno da morire, non mi piace l’idea che il mio peso possa essere sbandierato ai quattro venti, anche perché sono ancora ben lontana dal peso forma, però poi ho pensato che magari la mia esperienza può servire a qualcuno, qualcuno che è indeciso, qualcuno che non conosce la procedura e magari a sentire parlare un paziente si sente più rassicurato rispetto che a sentire le stesse cose da un medico.


La conclusione è che comunque il 9 ottobre, intervista o no, il grande puffo traslocherà…ma che, visto com’è andata, lo rimetterò a novembre…anche se in realtà ora il mio BMI è più basso del minimo stabilito per il posizionamento, ma vista l’assenza quasi totale di disturbi il Doc ha deciso che possiamo rimetterlo, magari non per 6 mesi, magari meno, si vedrà…fra un po’ sarò scesa nel limbo del soprappeso, contando che partivo da un’obesità di terzo grado è un bel traguardo e sono felicissima!


Stasera prima prova del coro, c’era anche gente nuova…abbiamo appreso che il 26 canteremo alla messa per la festa della CRI a Parco Chigi (adesione coatta: l’assessore alla cultura non ce lo ha nemmeno chiesto) e abbiamo provato qualche brano…beh, devo dire che per essere 2 mesi e passa che non provavamo non è andata niente male, su un acuto ho sentito un po’ di ruggine andar via dalle mie corde vocali…per quanto mi riguarda non sono soddisfattissima, so che posso fare meglio, infatti verso fine prova la mia voce era decisamente diversa!


Stasera mentre mi accingevo ad andare al coro mi è arrivato un sms da Greg che mi ha commossa: ci conosciamo da ormai 9 anni, ci siamo raccontati, scritti, telefonati la vita così che è la cosa più vicina ad un fratello, all’interno della mia vita…eppure manifestazioni di affetto come quella di stasera sono comunque in grado di trasmettermi un benessere incredibile, quando lui mi dice “ti voglio tanto bene”so che è vero, lo sento…non a caso sarà una delle due persone sedute dietro a me il giorno del matrimonio. Gli voglio anch’io un gran bene…
che altro dire, cammino ad un metro da terra stasera, centimetro più centimetro meno, mi sento serena, orgogliosa, apprezzata e amata…spero che ogni persona che passi di qui, e anche quelli che di qui non ci passano neanche di striscio, possa avere la fortuna di giorni così, giorni che ti permettono di non affogare nella preoccupazione per un mondo che non ti rappresenta per niente e che sta giorno dopo giorno mettendosi d’impegno a smantellare le nostre certezze…però possiamo ancora credere che verranno giorni migliori e che in quanto uomini di domani potremo crescere figli con una coscienza civile e valori e obbiettivi condivisibili. finche so che ho questa possibilità so che la mia presenza non è inutile, che posso fare comunque qualcosa di concreto, anche se non sono un grande della terra. So che questa è una cosa che non possono toglierci, la possibilità di dare un futuro agli ideali, a me non pare per niente poco…











lunedì 6 settembre 2004


questo è il testo del messaggio che ho mandato ad alcuni contatti e che manderò agli amici (quando torno a casa, qui non ho gli indirizzi) se siete d'accordo fate altrettanto...


Stanotte stentavo a prendere sonno…avevo appena spento la mia candelina e il fumo ancora mi riempiva le narici. Improvvisamente mi è sembrato che il gesto di averla accesa avesse avuto per me molto significato, ma che sarebbe andato perso se non fosse stato trasformato in qualcosa di più duraturo, intenzionale e costruttivo.
Mi sono chiesta: cosa possiamo fare per lasciare un segno di vicinanza concreto e toccabile, al di là di gesti che molti fanno con il cuore e fino dalla loro più piccola cellula, ma che possono fare anche gli ipocriti, quelli che magari accendono la candelina ma non gliene frega nulla, per assurdo anche i pedofili…
ne è nata, di panza come diceva Enzo Baldoni, l’idea di lanciare una settimana per la donazione di sangue. Una settimana in modo che anche chi è impossibilitato da motivi contingenti (come il ciclo mestruale nelle donne o aver preso aspirine, ect.) possa compiere questo gesto, che è un gesto d’amore. È un gesto che non viene fatto per caso né con superficialità, è un donare se stessi.
Certo, questo non ridarà la vita a quei poveri bambini, né ad Enzo, ma potrà salvare altre vite, sarà un modo pacifico e altruista per dire da che parte stiamo: lontano da queste barbarie, mi sembra evidente.
Il mio è un suggerimento, è quello che oggi avrei fatto io, da donatrice periodica, se non mi fosse stato vietato di donare per un anno per motivi di salute, però mi sembra un buon modo per costruire qualcosa in questo scenario attuale che ci parla solo di distruzione, della vita come delle certezze.
Per avere maggiori informazioni sulle donazioni, criteri di esclusione etc. questo è il link dell’associazione più conosciuta in Italia.
http://www.avis.it/usr_view.php


Mandiamo questo messaggio a tutti quelli che conosciamo, diffondiamo la voce anche se non possiamo andare a donare personalmente. Vinciamo la morte.
Un saluto a tutti, buona vita


francesca









sabato 4 settembre 2004

non ci sono parole, per esprimere quel turbinio di emozioni, sentimenti, tristezza, amarezza, voglia di urlare e piangere che provo da ieri.
questo è il mondo in cui farò nascere i miei figli...
156 angeli non ci sono più, l'odio e la guerra sono sempre stati efferati, ma stavolta hanno proprio toccato il fondo!